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martedì 7 maggio 2013

Recensione - La noia

Titolo: La noia
Autore: Alberto Moravia
Editore: Bompiani
Collana: I Grandi Tascabili
Genere: narrativa italiana
Pagine: 364 pp.
Anno di Pubblicazione: 2001
Costo di Copertina: 11.00 euro

Considerato come il cardine di una ideale trilogia iniziatasi con i memorabili Indifferenti e conclusa con La vita interiore, La noia (1960) ci offre un ritratto profondo e spietato di un individuo senza strutture, senza appoggi, alienato dalla vita sociale. È una storia di crisi, di fallimento, di delusioni. Analizzato nei suoi tre aspetti, di artista, di uomo, di amante, il protagonista finisce per scontrarsi inevitabilmente con la realtà; una realtà che in modo tautologico si nega, perché a conclusione di ogni tentativo (ad esempio di raggiungere la donna amata) si erge sempre lo stesso assioma: la realtà è la realtà.


(a cura di Edoardo Buso)

Forse con uno stile più da rotocalco femminile Moravia parla dell'esistenzialismo e del percettivismo tema già trattato dal grande filosofo francese Jean Paul Sartre, LA NOIA il suo romanzo cardine è un monologo interiore che non stanca come stancherebbe la Nausea di Sartre, nella noia di Moravia anzi si fa fatica a non immedesimarsi e tifare per il protagonista quasi come in un film degli anni 70, uno di quei film italiani da casetta che uniscono erotismo horror ma senza presenza di un contorno di humour burlonesco ed a volte acido che ritroviamo nei grandi antieroi descritti dai Russi come Gogol, Dostoevskij che sembra essere stato con il suo libro Memorie dal sottosuolo uno degli ispiratori di Moravia. Lo stile scarno di Moravia fa del suo romanzo un prodotto meglio commerciabile e meglio distribuibile al grande pubblico in particolare quello Italiano da sempre alla ricerca di grandi temi esistenziali captati e riportati con l'ottica della frivolezza, non è infatti un mistero il grande flusso di ascolti di trasmissioni come il Maurizio Costanzo Show o show come Il senso della vita di Bonolis. Oltre allo stile da rotocalco femminile Moravia però concentra la sua creatività in un ampio sforzo descrittivo che rimane paragonabile al grande Michele Prisco, ma quasi con uno stile più leggero e post-moderno, dobbiamo dire che dal punto di vista descrittivo la Noia ritrae bene la vita dell'Italia degli anni 60 uscita dalla seconda guerra mondiale ancora incatramata di puritanesimo catto-fascista ma tendente ai miti "liberatori" neo-borghesi. Ed è la provenienza borghese di Moravia che si testimonia nello scritto, rispetto all'esistenzialismo di Sartre preso da grandi crucci esistenziali sull'inconsistenza della condizione umana sfociante in un nichilismo che solo il senso della lotta per l'uguaglianza e la costruzione della morale può sedare. In Moravia invece la riflessione esistenzialista sebbene produce Nausea o Noia è più catalizzata nella dimensione dell'inazione borghese, che può essere attualizzata anche oggi, Moravia compie un grande salto di qualità compiendo uno sforzo che a gli fa onore quello di denunciare come l'eccesso di desideri e l'eccesso di soddisfazione dei desideri porti lentamente ad uno stato di apatia interiore che si crea quando si ha tutto ma si vive privi di ideali,anche se in Moravia e lo stesso in Sartre non troviamo il cinismo dei grandi Russi, anzi al mito del piccolo burattino mosso dal grande cosmo della vita da uno scherzo cosmico dei Russi ed al loro misticismo impregnato di teologismi in Moravia troviamo la meccanizzazione l'apparenza delle cose prima della loro sostanza intimistica troviamo l'azione e in una parola riassuntiva la quotidianità. In Prisco invece accanto alle descrizioni delle provincie dimenticate e isolate c'è sempre il dramma intenso della morte, la nebbia esistenziale, aspetto che in Moravia viene esorcizzato riducendone la dimensione all'aspetto spesso desacralizzante dei classici del cupo penso in La noia alla descrizione della morte del pittore Balestrieri descritta seguendo i canoni del vampirismo alla Stoker, ed sono questi aspetti che riducono Moravia alla narrativa di "contorno". Il tema della noia è stato preso e ripreso e riproposto in forme ancora più autentiche dalla narrativa statunitense degli ultimi anni che parla ai giovani delle condizioni di monotonia esistenziale nelle midtowns rurali americane, sorpassando completamente a livello di mercato lo stile moraviano.

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