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lunedì 6 ottobre 2014

Recensione - "L'arte ingannevole del gufo" di Ella West

Le ombre della notte stendono il loro mantello a coprire il cielo mentre, nel tepore del mio antro, prendo a scrivere un'altra delle recensioni arretrate. Il mese scorso ho avuto modo, grazie alla copia inviatami dalla Giunti, L'arte ingannevole del gufo di Ella West e, data l'ora tarda, mi fa sorridere di essere - per così dire - in linea con la narrazione (poi vi spiego, tranquilli). Come sempre, un breve accenno ai dati del romanzo, alla trama e poi dritti, dritti, al mio parere.

Titolo: L'arte ingannevole del gufo
Titolo originale: Night vision
Autore: Ella West
Editore: Giunti Editore
Genere: narrativa straniera, thriller
Data di uscita: maggio 2014
Pagine: 160 pp.
Copertina: 12,00 euro

Tutte le sere, dopo il tramonto, Viola si addentra nel bosco dietro casa. La grave malattia di cui soffre le impedisce di esporsi anche al minimo raggio di sole. Così, quando i suoi compagni sono impegnati con la scuola, lei dorme o sta in casa a suonare, e quando loro vanno a dormire, lei passeggia libera tra gli alberi del suo bosco, in compagnia del buio e di tutti gli animali che lo popolano. Una sera, però, sul sentiero sterrato da cui non passa anima viva, scorge un'auto: un ragazzo tira fuori un corpo pesante dal bagagliaio e lo trascina sul sedile di guida, prima di dare fuoco alla macchina. Poi seppellisce qualcosa nel terreno vicino. Sei alberi dal ciglio della strada: per Viola è facilissimo ritrovare il punto in cui quel tizio ha scavato la buca... e dare inizio alla sua personale, pericolosa indagine. Che cosa ci fanno tanti soldi sepolti nel bosco? E quel ragazzo è forse un assassino? Tornerà a cercarla? Una voce incantevole e ingenua rapisce il lettore in una storia che lascia col fiato sospeso.


L'arte ingannevole del gufo è un romanzo di poche pagine, nemmeno duecento, eppure non riuscivo più a vederne la fine; non sentivo,a dirla tutta, l'impellente bisogno di terminarlo.. questo tipo di reazione mi capita poche volte, fortunatamente, ma come potete ben immaginare denota la mia mancanza di coinvolgimento durante la lettura. Le mie aspettative, fomentate da una sinossi accattivante e da una protagonista abbastanza originale, erano piuttosto elevate e, man mano che la lettura procedeva, sono scivolate via tra le mie dita come la sabbia di una clessidra. Ok, direi di andare dritta al dunque di questo commento, esaminando un po' la storia ed i suoi personaggi.

Viola è una quattordicenne affetta da una grave, quanto rara, malattia che le impedisce di esporsi alla luce del sole; le sue giornate iniziano, così, dopo il tramonto e trascorrono tra passeggiate nei boschi, esercitazioni alla viola e attività di routine alla fattoria. Il trantran quotidiano della ragazzina viene spezzato da un omicidio, a sfondo economico, a cui assiste per caso e che pare capitare a fagiolo data l'esistenza di un bel gruzzolo di soldi - di cui si appropria - che può aiutare i genitori a saldare i prestiti con la banca.

Una trama potenzialmente promettente che però, a mio parere, cade nella trappola degli stereotipi che, spesso e volentieri, si trovano nelle serie televisive americane per teenager e che diventa, in certi punti, persino inverosimile. A cosa mi riferisco? Essenzialmente al comportamento della protagonista. Posso capire l'ingenuità di una ragazzina cresciuta isolata dal mondo, ma alcune cose penso siano piuttosto elementari. Voglio dire.. assisti ad un "omicidio" e, oltre a rimanertene zitta - senza avvertire la polizia o chi di dovere, nonostante il polverone del caso -, hai la bella idea di appropriarti pure del bottino scatenando, come naturale che sia, la reazione da parte del cattivo di turno? In un certo senso, seppur marginalmente badate bene, mi ha fatto ricordare Pretty, Little, Liars. Ad ogni modo, Viola non è riuscita a colpirmi e nemmeno è stata capace di suscitare alcun moto di simpatia, al pari degli altri personaggi che rimangono dei puntino sullo sfondo di un quadro: inconsistenti, poco caratterizzati e per certi versi inutili. Unica nota "positiva" è lo stile dell'autrice, scorrevole e immediato, come ci si aspetta sia un racconto scritto dal punto di vista di una ragazzina di quattordici anni; eppure non riesce a decollare, ponendo anche un finale scontato e troppo, davvero troppo, semplicistico e tirato.

Giungo alla conclusione di questo mio punto di vista, senza spoilerare nulla, ammettendo che, probabilmente, mi sarei goduta maggiormente questa lettura qualche anno fa; testo dedicato più ad un pubblico young adult che adulto ma, ripeto, questo è solamente il mio punto di vista personale (e di thriller - e gialli - ne ho letti molti eh). Quindi, non mi sento di sconsigliarlo totalmente.. in fin dei conti i gusti sono personali no? Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuto o meno e, perché no, come dovrebbe essere un buon thriller?

Consigliato: ni
Tempo di lettura: 4 giorni
Canzone consigliata: "Let it go" suonata con la viola


2 commenti:

  1. Io sono una delle poche a cui non è dispiaciuto :) non è un bel libro, o meglio, gli mancano troppe cose per poterlo definire bello.. però mi è piaciuta molto la descrizione della natura, dei boschi di Viola e la sua vicinanza agli animali.. poi sì, purtroppo trama e personaggi lasciano a desiderare. Diciamo che a fine lettura non mi ha lasciato nulla, però non l'ho bocciato del tutto :)

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    1. A pensarci bene la parte descrittiva dei boschi, della natura e la sua vicinanza con animali come gufi e opossum non era da buttare.. forse avrei preferito che anche il resto fosse reso con più cura ecco :)

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