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martedì 19 settembre 2017

Intervista a... Giulio Fortini


In questo pomeriggio uggioso, che nemmeno Battisti potrebbe immaginare, eccomi a riprendere in mano lo spazio dedicato alle interviste: autori, blogger, e chi più ne ha più ne metta. Sono felice di potervi dedicare un po' di tempo, anche perché non c'è niente di meglio di una chiacchierata a "tu per tu" per scoprire i segreti di un autore. Non vi pare?

Bando alle chiacchiere da salotto, passiamo subito a scoprire chi è l'ospite di oggi. *rullo di tamburi* E' qui con noi Giulio Fortini, autore al suo esordio col romanzo I Manoscritti di Enoch - La stella a sette punte, di cui vi darò il mio personalissimo parere nei prossimi giorni.

MORGANA: Ciao Giulio - posso darti del tu, vero? - e benvenuto nel mio piccolo angolino. Che ne dici di rompere il ghiaccio parlandoci un po' di te?
GIULIO: Certo che puoi darmi del tu. Devi! Non sono abbastanza importante epr farmi dare del lei. Comunque, scherzi a parte, su di me non c'è tantissimo da dire. Sono di Ferrara e ho 25 anni. Oltre a scrivere adoro danzare. Da piccolo ero sempre "quello noioso" prchè stavo sempre per i fatti miei (preferivo lavorare di fantasia, forse anche troppo). Dopo aver trovato degli amici (pochi ma molto, molto buoni) riesco a esternare quello che mi passa per la testa, quindi forse ora sono "quello strano", però in senso buono.

M: Come molti autori, sei in primis un lettore accanito. Quali sono i generi letterari che preferisci e perché?
G: Ho sempre letto un po' di tutto (e non esagero), ma i miei generi preferiti sono il fantasy (più degli altri), l'horror, e il giallo. Sono i generi che mi fanno lavorare di più con l'immaginazione.

M: "I Manoscritti di Enoch - La stella a sette punte" è il tuo romanzo d'esordio. Com'è nata l'idea e, se ce ne sono stati, quali fattori hanno influito sulla scelta dell'ambientazione?
G: L'idea per questo libro è nata nel tempo. Fin da piccolo ho creato storie e personaggi, e alcuni sono diventati le basi per quello che ho scritto oggi. Ovviamente ho modificato molte cose. Per quanto riguarda l'ambiente, avevo bisogno di una "terra promessa" per tutte le nostre leggende, dove noi siamo i racconti distanti. Alla fine ho trovato l'idea perfetta: un'isola scomparsa (con tutte le sue somiglianze ad Atlantide).

M: Durante la lettura, specialmente nelle prime pagine, non ho potuto non notare una sorta di atmosfera che rievoca con leggerezza alcuni tratti tipici degli urban fantasy attuali. Quali sono gli autori, se ce ne sono, da cui trai insegnamento ed esempio?
G: Se dovessi scegliere degli autori che mi hanno influenzato sotto quell'aspetto dovrei dire Cassandra Clare, Miki Monticelli, e Ransom Riggs. Penso che mi sia rimasto dentro il contrasto che sono riusciti a creare tra il mondo fantastico e quello reale moderno (solo che nel mio libro il punto di vista è interno in tutto e per tutto a quello fantastico).

M: Se un giorno ti proponessero di acquistare i diritti della tua opera per trarne un film o serie tv, quali attori vorresti nel cast?
G: Domanda difficile. Ci sono tanti attori che adoro, ma non tutti li vedo adatti o alcuni li vedrei nello stesso ruolo e quindi non potrei sceglierli tutti. Sicuramente Dylan O'Brien, Danny Puti, Chloë Moritz, Ella Purnell, e forse anche Max Theriot. E volendo anche Jensen Ackles e Jared Padalecki (non solo perché sono un super fan di Supernatural, ma perché li reputo ottimi attori e ci sono due ruoli adatti a loro).

M: Il personaggio di Ish non manca, come molti altri, di colpire il lettore per il suo modo di porsi ed il lato caratteriale. Quanto del Giulio scrittore/lettore vi è nella sua caratterizzazione?
G: Ho voluto evitare di inserire me stesso nel libro (mi è capitato di incontrare romanzi in cui è stato fatto e per me la cosa non funziona). Inevitabilmente, tanti pezzettini di me sono finiti nella storia e nei personaggi. Ish è la parte più diretta e schietta (che penso abbiano un po' tutti) che spesso va repressa perché è inopportuna. Mi capitano molti momenti così.

M: Eccoci al termine di questa intervista con due domande quasi di rito: un consiglio per coloro che sognano di metter su carta le proprie storie e uno per i lettori.
G: Agli aspiranti scrittori dico: andate fino in fondo e non siate mai soddisfatti della prima cosa che scrivete. Una volta finito di scrivere, rileggete tutto fino alla nausea finché non avete sistemato le cose esattamente come le avevate immaginate all'inizio. Invece ai lettori dico: rischiate. Se scartate un libro solo perché la trama non vi convince al 100% o perché non vi piace la copertina, va a finire che vi perdete delle piccole perle. Parlo per esperienza personale.

Ringrazio ancora Giulio per avermi dato la possibilità di leggere il suo romanzo ed intervistarlo. Non mi resta che darvi appuntamento ai prossimi post (tra cui la recensione a I Manoscritti di Enoch) e augurarvi tantissime buone letture, con la speranza di avervi in qualche modo incuriosito ^_^

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