mercoledì 19 maggio 2021

{BlogTour} "Il vuoto di Yamauba" di Emanuela A. Imineo - Gli Yurei

Quando Emenuela ha proposto di partecipare al #JapanProject, da appassionata della cultura nipponica (e non solo, lo sapete), non ho saputo davvero resistere. Nonostante la passione e la curiosità, è con non poco timore che mi sono gettata nella ricerca e stesura di questo articolo; timore dovuto essenzialmente al raccontarvi nel modo più esaustivo ed esatto possibile un qualcosa che, per certi versi, è distante dalla nostra tradizione. Ad ogni modo, senza perdere altro tempo, e dopo le dovute precisazioni, parliamo un po’ degli Yurei.

Il Giappone è noto per le creature che popolano storie e tradizioni, ciò anche grazie ad anime e movies (alcuni dei quali divenuti veri e propri cult), per i riti ed i templi. Dovete sapere, prima di entrare nel vivo dell’articolo, che secondo la tradizione giapponese gli esseri umani possiedono un reikon (spirito/anima) che alla morte lascia il corpo, rimanendo in attesa sino a raggiungere, una volta compiuti i riti funebri, lo Yomi (il mondo dei morti). Durante questo periodo di attesa o se lo spirito ha delle questioni in sospeso, l’anima diviene uno Yurei in grado di entrare in contatto col mondo fisico. Uno Yurei, dunque, altri non è che il fantasma di un defunto incapace di lasciare il mondo dei vivi e raggiungere l’aldilà.


Ma come sono, come si presentano questi spiriti? Bene, dovete sapere che la rappresentazione che ne abbiamo oggi è piuttosto recente, parliamo infatti del tardo XVII secolo, e vede il seguente aspetto canonico: una veste bianca che ricorda un kimono, un fazzoletto avvolto intorno alla testa che assume forma triangolare detto hitaikakushi, lunghi capelli neri, mani morte e mancanza della parte inferiore del corpo, e infine una coppia di fuochi fatui chiamati hitodama che accompagnano l’anima.

Gli Yurei si suddividono nelle seguenti tipologie:

Jibakurei: spettri, generalmente di persone morte suicide o con dei rimpianti, che infestano un luogo
Hyoirei: spettri che s’impossessano del corpo di un vivente
Onryo: spiriti vendicativi che tornano a perseguitare chi li ha maltrattati in vita
Ubume: possono essere spiriti di madri morte nel dare alla luce un figlio, o che non sanno cosa sia successo loro; sono generalmente innocui e desiderano solo incontrare i propri figli
Goryo: spiriti di aristocratici morti per intrighi di palazzo o traditi dai propri servitori, che tornano per esigere vendetta
Funayurei: spiriti di marinai morti in mare; se vengono lasciati salire su una nave la fanno affondare
Zashiki-warashi: fantasmi di bambini, generalmente dispettosi
Gaki: fantasmi di persone morte nella pratica ossessiva dei propri vizi e costretti ad una fame e sete insaziabile di particolari oggetti
Jikininki: una variante dei Gaki che però sono costretti a cibarsi di cadaveri
Ikiryo: è un fantasma particolare che si materializza quando la persona è ancora in vita
Fantasmi seduttori: spettri di uomini o donne che cercano di avere una storia d’amore con un vivente
 

Le morti violente lasciano degli strascichi nel luogo in cui avvengono, un’energia particolare e la Foresta di Aokigahara sembra esserne avvolta. Jukai, altro nome con cui è conosciuto il luogo, si trova alla base del monte Fuji, composta essenzialmente da rocce laviche, caverne di ghiaccio, fitti alberi e arbusti, è conosciuta nel mondo per esser stata teatro di numerosi suicidi. Nel XIX secolo, in periodi di siccità e carestia, i membri più anziani della famiglia venivano abbandonati nella foresta di modo che non pesassero sul bilancio famigliare. Tuttavia, leggenda vuole che gli spiriti di questi malcapitati vaghino tra gli alberi pieni di rabbia e rancore, infestando il luogo e, si dice, cercando di "confondere" coloro che l'attraversano.

La tematica della “vita” dopo la morte mi ha sempre affascinata così come il mondo degli spiriti. Credo che qualcosa ci sia, che i nostri cari possano stare al nostro fianco in qualche modo e che possano esistere anche entità negative. Esperienze particolari? Beh, un paio ce ne sono state ma, sapete com’è, arrivate a chiedervi se è stato tutto frutto della vostra immaginazione.


Siamo giunti al termine di questo piccolo intervento e spero che vi sia piaciuto e, soprattutto, vi abbia incuriosito. Ringrazio ancora Emanuela per avermi dato la possibilità di partecipare all’evento e, dandovi appuntamento alla recensione, vi invito a seguire e commentare anche le altre tappe del tour.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...