mercoledì 20 febbraio 2013

Recensione - Cronache Scolastiche #1. Una giovane reporter alle medie

Buongiorno Folletti!
Iniziamo questo grigio mercoledì, costellato di piccoli acciacchi di stagione (sappiate che odio il mal di gola, la tosse e il raffreddore che mi fa colare il naso -.-), con una breve recensione che avrei dovuto pubblicare qualche settimana fa. Sto parlando del primo capitolo della raccolta Cronache Scolastiche scritto da Grazia Ciavarella e pubblicato da Chichili Agency.

Titolo: Cronache Scolastiche #1. Una giovane reporter alle medie
Autore: Grazia Ciavarella
Editore: Chichili Agency
Genere: young adult, racconto breve
Pagine: 42 pp.
Anno di Pubblicazione: 2012
Costo di copertina: 0,99 euro
A undici anni Serena Pallini è la più giovane reporter di “Cronache Scolastiche con Fantasia”, il giornalino dell’istituto Dante Alighieri di Santa Monica che frequenta.La meritata collaborazione con la redazione del giornale, desta invidia in Viola Guerra, sua compagna di classe. Desiderosa di essere al centro dell’attenzione, Viola escogiterà ogni stratagemma per mettere Serena in cattiva luce di fronte alla scuola.Sarà la sua compagna di banco Mara Martinelli a macchinare un piano strategico, allo scopo di zittire “La Diva” una volta per tutte. Riusciranno le due amiche a individuare il tallone d’Achille di Viola, per poi usarlo a proprio vantaggio? Tra un compito in classe e un’interrogazione, una sfida scolastica a suon di articoli.


L'invidia è una brutta bestia. Lo sappiamo tutti e la vita, senza badare all'età dei coinvolti, ce la presenta fin dai primi anni di scuola. Quanti di voi non hanno mai avuto in classe quel classico tipo che si crede al di sopra di tutto e, regolarmente, se la prende col più debole? Direi tutti (se qualcuno dice il contrario forse, e ripeto forse, era lui quel tipo). In questo breve racconto, Grazia mette in rilievo proprio quelle consuetudini, e comportamenti, che si hanno alle scuole medie e che, pur cambiando personaggi, si ritrovano anche alle superiori. C'è sempre la ragazza dedita allo studio ma tranquilla, quella dedita allo studio ma che tende a mettersi in competizione, quella che sta sulle sue e, immancabilmente, quella strafiga e furba che pensa di poter fare ciò che vuole e passarla liscia.

Nel microcosmo della scuola, così come in quello del lavoro e dello sport, convergono più animi dalle diverse inclinazioni e indoli. Serena si ritrova ad affrontare le conseguenze del suo saper scrivere ed esprimersi, ossia l'ingresso come nuova reporter nel giornalino della scuola. Non c'è nulla di male nell'essere la più giovane a scrivere nel giornalino, se non fosse per l'invidia di qualche compagna che non esita a muovere il dubbio: e se la nomina alle Cronache Scolastiche con Fantasia di Serena fosse avvenuta grazie a simpatie ed aiutini? Cosa fare quando la tua migliore amica escogita un piano degno di catapultarla al livello dell'antipatica Viola? Vendicarsi o mostrarsi superiori?

Strano ma vero, l'autrice è riuscita a farmi rivivere, per alcune ore, alcuni ricordi delle scuole medie e non solo. Una lettura carina, simpatica e scorrevole, che non manca di una morale finale. Il racconto, narrato in prima persona dalla protagonista Serena, è adatto ad un pubblico di lettrici giovanissime che non mancheranno di rispecchiarsi nelle ragazzine descritte.

Consigliato: si
Tempo di lettura:  un paio d'ore scarse
Canzone consigliata: "We are young" di Janelle Momàe



lunedì 18 febbraio 2013

"Enelsin Artigton e la Petra Regia" Blog Tour, 4^ Tappa


Il mio piccolo angolino di mondo ha il piacere di ospitare, a poca distanza dal precedente, la tappa di un blog tour dedicato ad un romanzo italiano. Eccovi la quarta tappa dedicata a "Enelsin Artigton e la Petra Regia", romanzo d'esordio di Annarita Pizzo.

Annarita Pizzo è nata ad Albenga, dove attualmente risiede, nel 1974. Dopo aver terminato gli studi classici, ha lavorato nell'azienda floricola di famiglia per una quindicina di anni. Attualmente è operatore socio-sanitario.

Titolo: Enelsin Artigton e la Petra Regia
Autore: Annarita Pizzo
ISBN: 978-88-567-5126-0 
Pagine: 380 pp.
Costo di copertina:  19,50
Editore: Albatros
Anno di pubblicazione: 2011

Molti sono i mutamenti che si stanno verificando nel mondo magico, e non certo positivi: la Petra Regia, fonte di ogni magia e da sempre garante della giustizia e del buon governo, è stata scavalcata dalle leggi umane, che, manipolate a uso e privilegio di pochi, sono divenute lo strumento principale di una pericolosa lotta per il potere. Dopo la sua morte Lord Robert Wilder lascia ad Adrian, figlio del suo amico più caro Sidonio e Custode della Lumerpa, una pergamena molto antica, ritrovata in una abbazia, che potrebbe costituire l'unica salvezza per chi ha ancora a cuore il destino del mondo; essa contiene infatti una misteriosa profezia che riguarda il Prescelto, colui che solo potrà opporsi alle forze malvagie che stanno tramando per ottenere il potere. Allo stesso tempo, però, è necessario che la pergamena non cada nelle mani sbagliate, perché diverrebbe l'arma strategica con cui il Perfidus potrebbe schiacciare definitivamente gli ultimi suoi oppositori.

"La brezza mattutina le sfiorava i capelli, rendendola ancora più bella di quanto già non fosse nei suoi ricordi di bambino, mentre lo abbracciava e lo stringeva a sé la sua collana, con il ciondolo a forma di cuore, rifrangeva la luce de sole in un arcobaleno di colori".

Qui di seguito, vi lascio con una bella sorpresa per questa tappa. Continuate a leggere ^.*.


Articolo tratto dalla decima pagina del “Lycopodium Magicus” dal titolo “Incontro con Malcom Sky”:


…Oggi “La Botte d’Oro”, locanda più famosa di Bradford, è praticamente deserta. A parte il nano dietro al bancone ed un mago di mezza età seduto in fondo, non c’è nessuno oltre a me e al mio interlocutore Malcom Sky. Il palifico segnarimedi, l’orologio magico al centro della stanza rettangolare rintocca le venti ricordando l’unguento più adatto per guarire dal morso di cerasta.
«Benvenuto, sono molto lieta di poter scambiare due chiacchere con te» esordisco così mentre il mago, seduto difronte a me, non fa che starnutire a causa della polvere a cui è allergico.
«Ehm, grazie a te per avermi contattato…eccchiùùù…» risponde asciugandosi con un fazzoletto.
«Dunque, volevo chiederti se hai mai più visto Adrian Artigton: ormai è latitante da vent’anni e, di certo, il Perfidus non aspetta altro che scoprire il luogo dove si nasconde. Visto che, insieme ad Alan Freius, sei uno dei suoi più cari amici probabilmente saprai dove si trova, è esatto?».
Malcom mi guarda con i suoi profondi occhi scuri e, un po’ confuso, inizia a balbettare «Beh, ovviamente no e, se anche lo sapessi non te lo direi di certo!».
Mi è stato riferito che non sia molto arguto e gioco su questo per cercare di spillargli qualche informazione utile «Che peccato! Dunque non puoi rivelarmi nulla di interessante. Non credo davvero possibile che il Custode non abbia cercato di mettersi in contatto con te o tu con lui durante tutto questo tempo» sospiro quasi avvilito.
«In effetti l’ho rivisto una sola volta dieci anni fa, durante il Prominatus di Lord Trevis e mi ha dato questa…» risponde, tirando fuori dalla tasca interna del mantello nero in cui è avvolto, una bussoramosa, molto più piccola di quelle normalmente in commercio brevettate da Sibenio.
Spalanco gli occhi incuriosita «Non ne ho mai vista una simile. Posso?» gli chiedo facendo cenno di volerla prendere in mano per osservarla più da vicino.
«Sì, certo; ma con cautela perché non so ancora bene come funzioni ed ha un grandissimo valore affettivo per me».
Una volta in mio possesso, osservo il coperchio liscio, poi l’apro e guardo gli anelli che la caratterizzano e, nel momento in cui cerco di capire come usarla, Malcom allunga la mano e se la riprende per riporla accuratamente al suo posto.
«Mi dispiace, ma è troppo importante per me. Come ti ho detto da allora non l’ho mai più visto e mi manca tanto, come un fratello, siamo cresciuti insieme io, lui ed Alan» si ferma un attimo evidentemente commosso.
«A proposito, come mai non è venuto anche lui? So che siete inseparabili»
«In effetti è così, ma è malato ed ha preferito restarsene a casa» mi risponde diventando tutto rosso, segno che stia mentendo.
«Mi dispiace, spero nulla di grave. Sarà per la prossima volta» controbatto proprio mentre un altro sonoro starnuto copre la mia voce «Ehm, tu sai di qualche novità? Avrai notato gli strani mutamenti della Luna di quest’ultimo mese e ti sarai fatto una tua idea di quello che sta succedendo»
«Non saprei, in effetti non ne ho la più pallida idea. Forse c’entra qualcosa Madame Venti…» mi risponde quasi stesse pensando a voce alta.
« Madame Venti…? Cosa vuoi dire?»
«Nulla! Scusami, si è fatto tardi e devo proprio andare» si alza di scatto ed esce di corsa, lasciandomi confusa e perplessa.
Pago il conto e me ne vado pensando che forse si riferisce a Madame Ventimille, vedova di Lord Robert Wilder o forse ho capito male e sto solo fantasticando…


                                                                                                                  Veronica Vallent
                                                                                                                   Redattore Capo


Le Tappe del Tour

Quinta tappa: http://locandalibri.blogspot.it/ 24.02.2013

Promozioni in libreria!



Buon pomeriggio Folletti!
Oggi è una giornata un po' particolare ma, d'altronde, quale lunedì non lo è? Sabato mattina sono uscita con un'amica per un cappuccino ed un giro in libreria. E' davvero una fortuna incontrare qualcuno con la tua stessa passione e che, soprattutto, non trova noioso girare tra gli scaffali pieni di libri ^^. Ad ogni modo, torniamo a noi. Vi lascio con le consuete promozioni previste per il mese di febbraio.

  • Sconto del 25% sui titoli Universale Economica Feltrinelli (dal 2 gennaio al 1° febbraio)
  • Sconto del 25% sui titoli Sperling Paperback (dall'11 gennaio al 10 febbraio)
  • Sconto del 15% sui titoli Dami Editore (dal 12 gennaio al 17 febbraio)
  • Sconto del 25% su tutti i titoli Einaudi Tascabili (dal 29 gennaio al 28 febbraio)
  • Sconto del 25% sui titoli Classici Garzanti (dal 2 gennaio al 2 febbraio)
  • Sconto del 15%, sui titoli scelti Laterza Politica (dal 6 febbraio al 4 marzo, titoli scelti)
  • Sconto del 25% sui titoli Bestseller Gems (dal 3 gennaio al 2 febbraio)
  • Sconto del 25% su 20 Bestseller Rcs (dal 3 gennaio al 2 febbraio)
  • Sconto del 25% su oltre 2000 titoli Adelphi (dal 3 gennaio al 2 febbraio)
  • Sconto del 25% su tutti i titoli della collana Classici Tascabili Dalai Editore (dal 31 gennaio al 28 febbraio)
  • Sconto del 25% su le saghe più grandi in un unico volume, selezione di titoli, Mondadori (dal 4 gennaio al 3 febbraio)
  • Sconto del 25% su alcune collane de Il Battello a Vapore (dal 22 gennaio al 22 febbraio)
  • Sconto del 25% sui titoli della collana Numeri Primi Piemme (dal 1° al 28 febbraio)
  • Sconto del 15% su una selezione di titoli Giunti Benessere (dal 1° al 28 febbraio, titoli scelti)
  • Sconto del 25% su una selezione di titoli Giunti Voglia di Cucinare (dal 9 febbraio al 10 marzo, titoli scelti)
  • Sconto del 15% su tutto il catalogo DeAgostini e Usborne (dal 6 febbraio al 4 marzo)

Come potete facilmente intuire, ho messo in evidenza le promozioni ancora valida ad oggi. Prima della fine del mese, sicuramente, andrò a fare un acquisto in libreria visto che ho guadagnato i punti necessari ad avere diritto anche allo sconto di 5 euro (sono contenta, anche se speravo di usufruirne sabato -.- lasciamo perdere che è meglio). Beh, spero che vi possano tornare utili ^^.

domenica 17 febbraio 2013

Book-to-Movie - Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato

La rubrica dedicata ai romanzi divenuti film e serie tv
in uscita ogni domenica solo su Over The Hills And Far Away


Buonasera Folletti belli!
Tanto per cambiare non sono più riuscita a postare questa rubrica come m'ero proposta a dicembre. In verità, avevo in mente di girare un video con la mia opinione del film ma non ce l'ho fatta. Beh, a dirvela tutta, ho girato un paio di video che, nonostante i nomignoli affibbiati agli attori e le digressioni varie, mi sono vergognata a montare sul canale del blog (credo che, prima o poi, romperò il ghiaccio facendomi spalleggiare da un'amica con una videotag). Quindi, eccomi qui a mettere per iscritto le impressioni avute prima, durante e dopo la visione di The Hobbit – Unexpected Journey.

Locandina del film
Già poco dopo l'uscita dell'ultimo capitolo, tra il 2003 e il 2004, della trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli, si parlò di un possibile progetto atto alla traspozione dell'opera di J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit. Tuttavia, il progetto si arrestò a causa di una grana legale tra la New Line e Peter Jackson. Le voci di un nuovo progetto cinematografico hanno iniziato a girare nel 2008 con la “nomina” di Guillermo Del Toro (famoso per Il labirinto del Fauno e le pellicole di Hellboy) alla regia. Il progetto iniziale, ripreso infine da Jackson nel 2010 (Del Toro si lamentò per i ritardi nelle riprese a causa dei problemi finanziari della MGM), prevedeva lo “spezzare” il romanzo in due film. Come ben sapete, alla fine della fiera, è stato annunciato (e nemmeno molto tempo fa) che la trasposizione si sarebbe avvalsa di un totale di tre lungometraggi: Un viaggio inaspettato (13 dicembre 2012), La desolazione di Smaug (13 dicembre 2013) e Andata e ritorno (18 luglio 2014).

Come moltissimi altri fan di Tolkien, dopo la visione della trilogia, ho subito pensato “Magari girassero anche Lo Hobbit. Sarebbe una figata!”. Tuttavia, quando sono venuta a conoscenza della decisione di trarne una trilogia ho storto parecchio il naso. Cosa avrebbero inserito? Il materiale dato dal romanzo, a mio parere, non era sufficiente a dar vita a due pellicole, figurarsi a tre. La stessa problematica deve essersela posta anche il regista, grande appassionato dei romanzi sulla Terra di Mezzo, vista la sua decisione di inserire “parti e stralci” tratti dalle Appendici de Il Signore degli Anelli. Alla luce di questo, come mi sono rapportata al film dall'annuncio alla visione?

Nonostante fossi piuttosto preoccupata sul come fosse gestita la suddivisione del racconto originale, me la sono cavata con un'attesa snervante all'insegna dello zapping sul web. Spulciavo i vari siti di cinema cercando notizie, immagini e video, riguardanti il cast ed il film come, a sua volta, feci con l'uscita della trilogia di Lotr. In più, un mesetto prima dell'uscita nelle nostre sale, mi ritrovai ad acquistare il romanzo (che non avevo mai avuto modo di leggere), immergendomi quasi subito nella sua lettura.

Quando, a gennaio, riuscii a vedere il film, la mia lettura si era fermata giusto, giusto, allo stacco decretato dalla pellicola (continuo a pensare che sia stata pura e semplice fortuna ^^). Quindi, la mia mente era bella pronta per fare confronti e muovere, tra me e me, eventuali critiche.

Diciamo che, generalmente parlando, Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato mi è piaciuto abbastanza. Non è da paragonare alla precedente trilogia di Peter Jackson ma, tutto sommato, le ore sono piacevolmente volate.
Ho trovato davvero ottima l'idea di inserire la narrazione all'interno della cornice rappresentata dal giorno della festa di compleanno di Bilbo, conosciuta da tutti coloro che hanno avuto modo di vedere anche solo la trasposizione di Lotr. In questo modo, peraltro molto efficace, gli spettatori comprendono che la storia de Lo Hobbit si svolge nel passato ed è, quindi, il prequel che porterà all'avventura di Frodo. Queste prime scene sono risultate un po' lente, almeno fino alla comparsa della compagnia di nani capeggiata da Thorin Scudodiquercia (emozionante la scena in cui intonano la canzone “Misty Mountain Cold”, l'adoro).
Bilbo, Thorin, Kili e Fili
Il cast mi è piaciuto fin da subito e, sinceramente, ho trovato davvero azzeccate le scelte di Martin Freeman e Richard Armitage per i ruoli di Bilbo e Thorin. Trovo che entrambi abbiano un'espressività ed una capacità di far loro i personaggi davvero splendida. Tanto di cappello anche a tutti gli altri attori che hanno dato volto ai nani, a Radagast (mi è piaciuto davvero molto) e a Thranduil (Lee Pace). Ovviamente non dimentichiamoci di Hugo Weaving e Ian McKellen. La cosa che mi ha lasciata perplessa, e che ho trovato inutile, è stato il ritrovare i personaggi di Galadriel e Saruman a consiglio da Elrond.
Piccolo appunto sugli effetti speciali. Non sono un'esperta anzi, io e la tecnologia spesso e volentieri non andiamo d'accordo, ma una cosina la posso dire. Ho trovato che il Gollum “moderno” è molto più realistico mentre, purtroppo, gli orchi risultano molto più irreali (almeno mi ha dato quest'impressione, poi posso sempre sbagliarmi).

Vabbè, credo sia il caso di concludere. Mi sono dilungata fin troppo, non trovate? Beh, tirando le somme su questo primo capitolo, posso ritenermi abbastanza soddisfatta: piacevole e, nonostante le licenze (non inizierò a fare l'elenco delle differenze), abbastanza fedele al romanzo.

Giudizio personale complessivo:

giovedì 14 febbraio 2013

Comunicato Stampa: La fallace forza dei blog

Comunicato Stampa 14/02/13 
LA FALLACE FORZA DEI BLOG 


La rete, talvolta, produce iniziative meritevoli. A volte i progetti migliori nascono proprio da scambi inconsapevoli. Giunge la proposta, poi il rilancio, e infine la frenesia derivante dall'idea di stare facendo qualcosa di buono, per cui vale la pena spendere energie. Succede così, per caso, anche l'ultima iniziativa scaturita dalle menti di alcuni blogger letterari italiani. Un infelice epilogo ha troncato la possibilità di far evolvere un progetto grezzo in un'iniziativa dall'interessante intento: scoprire e analizzare l'influenza dei blogger sul mercato libraio.

L'iniziativa sorge dopo alcune discussioni successive alla fiera della piccola e media editoria di Roma, Più libri più liberi. In una tavola rotonda alla quale erano presenti alcuni blogger e giornalisti, l'AIE presenta la propria zoppicante ricerca di mercato. Si è pensato quindi di rilanciare l'idea, facendola scaturire "dal basso". I blogger stessi che cercano di definire la propria importanza e il proprio valore all'interno di quel girone infernale che è l'editoria italiana. In data 16 gennaio il progetto ha mosso i primi, timidi passi. Ne è scaturito un vivace gruppo su facebook, teso al coordinamento interno, nel quale sono stati invitati alla partecipazione circa un centinaio di blog (numero che si sarebbe ampliato significativamente nell'"ideale", e ormai irrealizzabile, secondo test).

Le modalità di partecipazione erano semplici: scrivere e pubblicare una segnalazione/recensione de Il Canto del Cielo (Beat, 2012), romanzo scelto perché considerato un ottimo esempio di letteratura, nominato come Best British Book of the Last 25 years e apprezzato a tal punto in suolo britannico da trarne anche una serie targata BBC. In nessun caso, è bene specificarlo, è stata richiesta la pubblicazione di una recensione falsata, dichiaratamente positiva quand'anche il recensore avesse espresso il proprio giudizio negativo all'opera. Non sono state prese in considerazione le recensioni negative - che rappresentavano l'1% del totale e sarebbero state ugualmente pubblicate per correttezza e trasparenza alla fine del periodo stabilito, ovvero dal 15 febbraio - perché lo scopo di questo studio di settore (nella sua fase embrionale e sperimentale) era valutare il peso della valutazione positiva (sincera e non condizionata) dei blogger sull'andamento delle vendite. L'analisi dell'impatto di giudizi discordanti e spesso sfavorevoli riguardo un determinato romanzo sarebbe stato il punto focale della seconda parte del progetto. Lo scopo delle segnalazioni, invece, era rendere consapevole il lettore della presenza de Il Canto del Cielo in libreria, giacché era stato ampiamente ignorato dal pubblico e dalla critica sul web.

I blogger hanno stabilito un periodo limitato di tempo nel quale pubblicare gli articoli nei rispettivi blog al termine del quale, in collaborazione con la casa editrice, analizzare l'andamento delle vendite de Il Canto del Cielo nel mese precedente, corrente e successiva all'iniziativa. Dati che sarebbero stati resi noti da tutti i blogger partecipanti se non fossero intervenute cause esterne che hanno impedito il completamento e la riuscita del progetto.

Il sentimento comune, tra i promotori del progetto, è quello di amaro disappunto e dispiacere per aver visto travisare, pur dopo attente e lunghe spiegazioni, lo scopo del progetto. A causa di notizie distorte, successivamente utilizzate per screditare una iniziativa che aveva come unico scopo quello di verificare l'ascendente dei blogger sulle variazioni di mercato, è stato vanificato il lavoro di moltissime persone, che hanno visto andarsene ore di lavoro senza poterne apprezzare il risultato finale. Ci lascia interdetti la poca professionalità di alcuni, che senza interpellare gli organizzatori dell'esperimento si sono sentiti in dovere di informare i lettori riguardo un'iniziativa che a loro dire ledeva la fiducia necessaria in un rapporto lettore/blogger probabilmente per fini pubblicitari e per fomentare un sensazionalismo che, fatto in mala fede, danneggia la blogosfera.

Non intendiamo raccogliere alcuna provocazione o dare adito a sterili discussioni demagogiche; ci auguriamo inoltre che i lettori dei nostri blog capiscano e comprendano le buone intenzioni sottese alla nostra iniziativa. Garantiamo per l'assoluta onestà di qualunque recensione pubblicata riguardo il romanzo sopracitato. Qualsiasi altro chiarimento verrà comunicato, eventualmente, tramite un altro comunicato stampa, diffuso dai partecipanti.

Segnalazione - Il Canto del Cielo

Buongiorno folletti,
questa mattina voglio iniziare la giornata del blog con una segnalazione letteraria. Non ho dimenticato che oggi è San Valentino, ma avremo modo di parlarne molto. Ho scoperto questo romanzo solamente di recente grazie ad amiche e alla miniserie, della BBC, interpretato da Clémence Poésy e Eddie Redmayne, Birdsong

Titolo: Il canto del cielo
Autore: Sebastian Faulks
Editore: Beat Edizioni
Pagine: 496 pp.
ISBN: 978-88-655-9103-1
Costo di copertina: 13,90 euro
Recensioni: Goodreads e Anobii

Stephen Wraysford è un ventenne inglese, orfano e senza più legami, trasferitosi in Francia per lavorare in un’industria tessile. Isabelle è una ragazza irreprensibile, che rispetta, con rassegnazione, i doveri coniugali di un matrimonio combinato. Quando si incontrano, ad Amiens, nel 1910, i due vengono travolti da una passione bruciante che non possono ignorare. Ma quando Isabelle scopre di essere incinta, la loro relazione s’interrompe bruscamente. Entrambi torneranno alla vita di tutti i giorni, ma la cicatrice di quell’amore segnerà per sempre le loro esistenze. Pochi anni dopo, la Grande Guerra sconvolge il continente. Nel 1917 Stephen è di nuovo in Francia, a lottare per la vita nel corso dei conflitti in cui si ritroverà a combattere tra le fila dell’esercito inglese, nel mezzo delle carneficine a cui dovrà assistere. Sopravvissuto, e di nuovo sui luoghi della passione, ritroverà Isabelle, profondamente segnata, nel corpo e nello spirito, dalle atrocità del conflitto; ma, per l’indecifrabile alchimia dei sentimenti, ne sposerà la sorella, Jeanne.


«Ambizioso, oltraggioso, struggente e straordinariamente coinvolgente. Il canto del cielo non è semplicemente un romanzo perfetto. È grandioso».
Simon Schama, New Yorker

 «Uno dei libri più belli degli ultimi quarant’anni».
Brian Masters, Mail on Sunday

«Questo romanzo è talmente intenso, che, appena finito di leggerlo, ho dovuto ricominciare dall’inizio».
Andrew James, Sunday Express

«Letteratura al suo meglio: un libro con il potere di rivelare l’inimmaginabile, il potere di cambiare la nostra vita. Da leggere assolutamente».
Nigel Watts, Time Out


Sebastian Faulks ha collaborato con il Daily Telegraph, il Sunday Mirror e l’Indipendent. Scrittore di conclamata fama e vincitore del British Book Award, è autore di biografie e di romanzi storici di successo. Vive a Londra con la moglie e i loro tre figli.

mercoledì 13 febbraio 2013

Top Ten Tuesday (31)

Rubrica ideata dal blog The Broke and the Bookish

Buongiorno Folletti, eccoci ad una nuovissima puntata di questa rubrica. Ideata dal blog The Broke and the Bookish, la rubrica consiste nel stilare una classifica settimanale (in uscita ogni martedì, salvo imprevisti) su di un argomento specifico. L'argomento della top ten sarà quello utilizzato dal blog ideatore della rubrica di settimana in settimana.

Il tema di questa settimana è...
Top Ten delle storie d'amore nei libri


Il tema di questa settimana cade a pennello con i festeggiamenti di domani. Eh già, domani è San Valentino, festa degli innamorati per eccellenza (anche se, a dirla tutta, penso si sia ridotto tutto a puro consumismo -.-). Come potete vedere la classifica verterà sulle storie d'amore romanzate. Credo che le possibili interpretazioni siano molteplici quindi, per come la vedo io, vi lascerò con la mia personale classifica delle coppie libresche che più mi sono piaciute.

Cathy e Heathcliff
1. Catherine e Heathcliff di Cime Tempestose - Emily Bronte.
Come molti di voi sanno, sono talmente legata a questo romanzo da leggerlo almeno una volta all'anno durante il periodo natalizio. Lo so, non è esattamente la classica storia d'amore però m'ha stregata.

"Il mio gran pensiero, nella vita, è lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io potrei continuare ad esistere; ma se tutto il resto durasse e lui fosse annientato, il mondo diverrebbe, per me, qualche cosa di immensamente estraneo: avrei l'impressione di non farne più parte".

Edward e Jane
2. Jane e Mr. Rochester di Jane Eyre - Charlotte Bronte.
Altra coppia che adoro alla follia è quella protagonista di Jane Eyre, romanzo che i più preferiscono a Cime Tempestose. Qui abbiamo una bellissima storia di un amore un po' contrastato ma che, alla fine, ci lascia con un sorriso sulle labbra.

"In primavera sono tornato a casa con il cuore dolente e l'anima appassita, e ho incontrato una dolce sconosciuta la cui compagnia mi rallegra. Con lei sento di poter rinascere in una maniera più alta e più pura. Ditemi, sono giustificato a scavalcare un ostacolo di formalità per averla?"

Wentworth e Anne
3. Anne e Cap. Wentworth di Persuasione - Jane Austen.
La Austen ha creato numerosi personaggi in grado di entrare nel cuore dei lettori e tra tutte le sue coppie questa è quella che amo maggiormente. Il romanzo è più maturo rispetto ai precedenti e probabilmente è proprio questo il motivo per cui mi piace così tanto.

"Vi offro di nuovo il mio cuore che è ancor più vostro di quando lo spezzaste quasi otto anni e mezzo or sono. Non abbiate l'ardire di affermare che l'uomo dimentica più in fretta della donna, che il suo amore finisce prima. Non ho amato che voi. Ingiusto posso essere stato, debole e risentito lo sono certamente stato, ma incostante mai. Per voi soltanto sono tornato a Bath e senza di voi non posso immaginare il mio futuro"
.
Amleto e Ofelia
4. Ofelia e Amleto di Amleto - William Shakespeare.
La mia tragedia shakespeariana preferita in assoluto. In genere, le ragazze prediligono Romeo e Giulietta ma la sottoscritta ha gusti diversi. Non che la storia tra Montecchi e Capuleti non mi sia piaciuta, sia ben chiaro, ma c'è qualcosa in Amleto che mi ha affascinato ed emozionato di più.

"Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore".

Benedetto e Beatrice
5. Beatrice e Benedetto di Molto rumore per nulla - William Shakespeare.
Una delle coppie più frizzanti che abbia mai letto. Si punzecchiano di continuo ma si amano molto. Sono così carini che non puoi non adorarli.

"Allora, per la verità, mi sembra troppo bassa per un'alta lode, troppo scura per una chiara lode, e troppo piccola per una grande lode. Solo questo posso riconoscerle di buono, che se fosse diversa da com'è, non sarebbe bella, e che, essendo com'è, non mi piace".

Lizzie e Darcy
6. Elizabeth e Mr. Darcy di Orgoglio e Pregiudizio - Jane Austen.
Poteva forse mancare una delle coppie più amate della letteratura inglese? Eh no, nemmeno nella mia classifica. Mr. Darcy è... lo sapete com'è, ragazze!

"Ho lottato invano. Non c'è rimedio. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti. Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami 

Jean Claude e Anita
7. Anita e Jean Claude della Anita Blake's Series - Laurell K. Hamilton.
Amo questa coppia fin dal primo romanzo della lunghissima, ed infinita, serie della Hamilton. Nonostante il caratterino ed il temperamento, senza contare i vari colpi di scena nel mezzo, di Anita, Jean Claude è l'unico maschietto con cui la vedo bene a far coppia.

"I tuoi occhi so­no lo specchio più limpido che abbia mai visto, ma petite. Quando fingo su me stesso o m'illudo sulla vita, non devo fare altro che guardarti in viso per vedere la verità".

So che ci sono moltissime altre coppie della letteratura che meriterebbero un posto nella mia classifica ma, per non fare un torto a nessuna di queste, ho deciso di fermarmi con l'elenco alle prime sette.
Quali sono le vostre coppie letterarie preferite? Fatemelo sapere, se volete, lasciando un commentino qui sotto.

martedì 12 febbraio 2013

Recensione - Sai che gli alberi parlano?

Titolo: Sai che gli alberi parlano?
La saggezza degli indiani d'America
Autore: K. Recheis e G. Bydlinski
Editore: Il punto d'incontro
Genere: società e cultura
Pagine: 140 pp.
Anno di Pubblicazione: 1992
Costo di copertina: --- (12,95 euro, ed. 2002)
Una raccolta unica nel suo genere sulla saggezza e la spiritualità degli Indiani d'America. Orso in Piedi, Alce Nero, Tatanga Mani, Momaday e Ohiyesa sono solo alcuni degli autori qui chiamati a testimoniare il profondo amore per la natura e il grande rispetto per la vita che il popolo pellerossa sa esprimere. Accompagnati dalle suggestive fotografie d'epoca di Edward S. Curtis, i pensieri e la saggezza degli Indiani d'America ci rivelano un mondo spirituale assai ricco e profondo.


In quanti di voi, da piccini, hanno giocato almeno una volta a indiani e cowboy? Io per prima ammetto di averci giocato con uno dei miei cugini (moltissimi anni fa). E cosa dire di moltissimi film western che, bene o male, abbiamo adocchiato tutti almeno in parte? Gli Indiani d'America fanno parte dell'immaginario collettivo americano e mondiale. Fino al 1970, la letteratura ed il cinema hanno descritto i nativi americani come i "cattivi", esaltando l'eroismo dei conquistatori bianchi. Fortunatamente, a partire dagli anni '70, abbiamo assistito ad un'inversione di tendenza: la gente ha iniziato ad interessarsi alla storia di questi popoli, alla loro cultura e tradizione.

Questo breve libro non è un romanzo ne', tanto meno, vuole essere un saggio. Sai che gli alberi parlano? è una raccolta di poesie, di pensieri e preghiere degli Indiani d'America, corredate dalle meravigliose foto di Edward Sheriff Curtis. Quest'ultimo, esploratore e fotografo, è stato uno dei massimi conoscitori e studiosi del popolo dei nativi americani.

Piccole perle di saggezza che, e lo scrivo pensandolo veramente, dovremmo imparare tutti a far nostre. Mi sono ritrovata a leggere molti di questi pensieri provando un'infinità di sensazioni: nostalgia, commozione, serenità, stupore. Il linguaggio semplice ed immediato di descrivere lo spettacolo della natura, di ringraziare alberi e animali, arriva al lettore senza alcun filtro. Sta poi al pubblico aprirsi al messaggio racchiuso all'interno di queste pagine. Vi riporto una di quelle che più m'hanno colpito durante la lettura.

PACE NON E' SOLO IL CONTRARIO DI GUERRA, non è solo lo spazio temporale tra due guerre - pace è di più.Pace è la legge della vita umana. Pace è quando noi agiamo in modo giusto e quando tra ogni singolo essere umano regna la giustizia. 
Detto dei Mohawk (Indiani Irochesi)

Ogni componimento, sia esso una poesia, una preghiera o un detto, è accompagnato da una nota a piè di pagina in cui vengono descritte tradizioni e curiosità relative all'autore o al popolo d'appartenenza.
Una piccola opera che non mancherà di invogliare i lettori, rimasti attratti come me, a documentarsi ulteriormente sulle tradizioni e sul pensiero di queste magnifiche popolazioni che tanto hanno da insegnarci. Concludo questa mia piccola recensione consigliandone la lettura a tutti coloro che, incuriositi dalla cultura dei nativi, non se la sentono, ancora, di affrontare una lettura più impegnativa, quali saggi e testi d'approfondimento.


Consigliato: si
Tempo di lettura:  2 pomeriggi
Canzone consigliata: "Shamanic chant n°5 (Heal the soul)" di Sacred Spirit

lunedì 11 febbraio 2013

"In Nomine Patris" Blog Tour, 4^ Tappa


Buonasera Folletti e benvenuti alla quarta tappa del Blog Tour dedicato al romanzo In Nomine Patris.

Davide Truzzi Bio

Sono nato a Guastalla (RE) nel 1985, ma vivo da sempre nella bassa mantovana. Ho seguito una formazione prettamente tecnica (sono laureato in ingegneria informatica), a cui affianco da sempre numerose passioni e interessi d'ambito artistico e culturale. Adoro la musica metal e gli eventi live, a cui spesso presenzio come reporter e fotografo. Per questo, nel 2011 ho fondato il sito www.ironfolks.net tramite il quale promuovo la musica metal underground, in particolare nell'ambito folk metal e suoi sottogeneri. Sono appassionato fin dall'adolescenza di letteratura e storia contemporanea, e amo i grandi autori del passato più dei moderni: Poe, Lovecraft, Ungaretti e d'Annunzio sono da sempre i miei più grandi esempi, per il connubio tra ricercatezza stilistica e capacità evocativa. Come scrittore ho partecipato a due raccolte di racconti, mentre In nomine Patris è il mio primo romanzo. Sono determinato a sperimentare nuove forme espressive e commistioni artistiche, per questo dal 2012 collaboro con i Sensorium, band symphonic metal di Padova che sta componendo un album ispirato a In nomine Patris e ad altri miei racconti. Al momento sto scrivendo un nuovo romanzo ispirato alla saga. Nel poco tempo libero che mi resta, mi dedico alla fotografia e al tiro a segno.

A tutti coloro che non conoscessero il romanzo d'esordio di questo autore, prima di lasciarvi al racconto, vi riporto la scheda del libro in questione.

La pagina facebook
Titolo: In Nomine Patris
Autore: Davide Truzzi
ISBN: 978-88-6247-097-1 
Pagine: 346 pp.
Costo di copertina:  14,00
Editore: Linee Infinite
Info acquisti: commerciale@lineeinfinite.net
(indicando i dati del libro)

Forze oscure guidano il volere di dèi e mortali, e nemmeno l’onnipotente può opporsi ai suoi doveri. Così, fin dall’inizio dei tempi, il dio dell’universo costringe i mondi viventi a guerre combattute nei regni dell’oltretomba. Otto guerrieri, sacrificati dalle dee dei loro pianeti affinché possano difenderle, scoprono loro malgrado come la morte reclama il dominio sulla vita. Ma dopo millenni di battaglie e apocalissi, i regni dei morti potrebbero conoscere un torneo diverso. Un rivoltoso terrestre e una combattiva teiwaziana, decisi a inseguire i propri desideri, scelgono d’opporsi al più temibile degli avversari: un’ombra né buona né malvagia, che non si cura dei sentimenti dei mortali e degli dèi, non porta una spada e non affronta nessuno a viso aperto. Minaccia i loro mondi, e il suo nome è destino.

«Non so dire se il mio impossibile desiderio sia per affetto o per egoismo, o semplicemente perché sei la mamma: vorrei che tu fossi qui con lui, vorrei riabbracciarti prima della fine, vorrei che lo confortassi dopo. Ma forse non lo vorrebbe lui: sa che soffriresti troppo vedendomi morire. Non è mai bello che un genitore sopravviva al proprio figlio, qualunque sia la causa, per quanto sia grande e nobile, passata quella strana gioia d’orgoglio rimane solo un grande vuoto. E cosa mai vorresti tu, ch’io fossi cosa? Mi vorresti come sono ora, nell’effimera mia grandezza, o sapermi viva ma solo una fra tante, per molti cicli ancora?»



L'ultima ora di Jhanipso
(Racconto Inedito di Davide Truzzi)


Devo farcela.
Lasciatemi scendere dalle ruote che per così tanto m'hanno accompagnato, portandomi fino a qui, di fronte al destino.
Piove a dirotto, avete ragione, ma fate come vi ho detto e lasciatemi a terra. Non deve essere questo a fermarmi proprio oggi. Se è vero che sono ciò che sono, ciò che sento d'essere, allora giungerò da solo in cima a questo altare.
Acqua maledetta, ha inzuppato i gradini, le mani scivolano. Proprio oggi dovevi giungere dal cielo per farti beffe della mia condizione?
Posso solo stringere i denti, e continuare a strisciare.
Non è facile abituarsi a dover trascinare le gambe, ora che sono ridotte a inutili e pesanti orpelli, ora che tormenta il ricordo di quant'erano veloci, quando giocavo con Miù e ci rincorrevamo nel letto del fiume, felici per poco, nascondendoci dagli sguardi della mia e della sua razza.
Lei fuggiva, ma io la prendevo sempre. Ora invece, non saprei seguirla nemmeno su un sentiero.
Eppure devo farcela, nonostante le pozze e le pietre fradice. Quanti gradini avrò fatto, cinque, forse sei?
Ma che importa in fondo, quando la meta è tanto distante, specie se vista col mento poggiato sulla pietra.
E di voi, miei simili, vedo solo i piedi e i calcagni attorno a me. Ancora mi detestate per ciò che ho fatto? Mi riterrete indegno, quando avrò raggiunto quell'altare, sperando di portarmi dietro i vostri peccati, assieme a quelli dei fratelli di Miù?
Sì, sono stati quelli come lei, gli odiati bianchi, a ridurmi così. Ma i vostri soprusi nei loro confronti sono la causa di tutto questo; spero almeno che, nel profondo delle vostre coscienze, ve ne rendiate conto.
Solo un momento, per riposare. Sono già sfinito.
Questa prova è difficile, dolorosa, umiliante. La pioggia scroscia attorno a me, e vi sento incitare, gridare, ma sento più forte l'ansimare del mio respiro.
L'ennesimo gradino. Eppure eccola, è lei: Mauta. La vedo lassù, non posso sbagliarmi. E so che capisce il mio sforzo, per questo non scende ad aiutarmi.
Basta la sua vista a restituirmi le forze, a ridarmi la convinzione. Anche lei vuole la pace tra i nostri popoli, che bruni e bianchi possano vivere come fratelli, che capiscano d'essere figli d'una stessa dea. Né bianca, né bruna, proprio come te.
Maledetta sia la follia che dilaga su queste terre, che pare infettiva più della peste, e che a questo patimento mi costringe. Arrancherò per questi ultimi gradini, ma nel mondo dei morti tornerò a camminare, e sarò forte come e più di prima. Pronto a tutto, anche a una guerra.
Spero che questo sacrificio possa servire a far cessare tutto questo, a far tornare la pace al prezzo d'una vita sola, peraltro già martoriata.
Vorrei poter salvare questo mondo, e vedere bruni e bianchi abbracciarsi festanti, senza più divisioni insensate. E spero che Miù possa tornare a essere felice come un tempo, che possa dimenticare questi anni da incubo. Spero di poterla rivedere, in un altro mondo, col suo meraviglioso sorriso sul viso.
L'ultimo gradino, finalmente. Dammi la mano mia Dea, dammi la mano e rimettimi in piedi.



Le Tappe del Tour

Prima tappa: http://themydiarysecret.blogspot.it/ 21.01.2013
Seconda tappa: http://miopaesedellemeraviglie.blogspot.it/ 28.01.2013
Terza tappa: http://cluburbanfantasy.blogspot.it/ 04.02.213
Quarta tappa: http://nalie-overthehillsandfaraway.blogspot.it 11.02.213
Quinta tappa: http://ilpozzodeisussurri.blogspot.it/ 18.02.2013
Sesta tappa: http://lalibreriaincantatadiselene.blogspot.it/ 25.02.2013
Settima tappa: http://imilleeunlibro.blogspot.it/ 04.03.2013
Ottava tappa: http://storiedentrostorie.blogspot.it/ 11.03.2013

Once Upon A Time #6

Rubrica creata dal blog Over The Hills And Far Away
dedicata alle favole (e non solo) in ogni loro forma

Buongiorno Folletti,
vi mancava questa rubrica? A me sì, moltissimo. Purtroppo, sotto il periodo degli esami, non riesco a scrivere e a postare tutto quello che vorrei (dalle recensioni alle rubriche più semplici). Tra l'altro ho una pila di libri che mi aspetta da tempo e che, spero, di riuscire a leggere e recensire quanto prima.
Ma non voglio tediarvi con questo. Passiamo a noi e alla rubrica. Oggi vi voglio parlare di una leggenda giapponese che, visto il clima esterno, calza davvero a pennello. Sto parlando di Yuki-Onna, la "donna delle nevi". Mi ci sono imbattuta per caso e, visto che l'ho trovata davvero stupenda, ho pensato di condividerla con voi nel blog.


Narra la leggenda che in un villaggio della provincia di Musashi vivevano due taglialegna: Mosaku e Minokichi. Nel tempo di cui parliamo, Mosaku era un vecchio e Minokichi, il suo apprendista, era un ragazzo di diciotto anni.

Ogni giorno i due si recavano in un bosco a cinque miglia dal loro villaggio. Sulla strada per raggiungere il bosco si trovava un ampio fiume da oltrepassare, e per questo c’era un traghetto.
Qualche volta si era tentato di costruire un ponte dove si trovava il traghetto, ma ogni volta il ponte era stato portato via dalla corrente. Quando il fiume si ingrossava, non c’era ponte in grado di resistere alla corrente.
Una sera molto molto fredda, Mosaku e Minokichi stavano tornando a casa, quando furono sorpresi da una violenta tempesta di neve.
Raggiunsero il traghetto, ma si accorsero che il traghettatore se n’era andato abbandonando la sua barca sul lato opposto del fiume. Non era certo la giornata adatta per nuotare, e i due taglialegna si rifugiarono nella capanna del traghettatore, ritenendo che non avrebbero avuto la fortuna di trovare un altro rifugio. Nella capanna non c’era né un braciere né alcun posto per accendere un fuoco: era soltanto una baracca per due persone, con una porta e nessuna finestra. Mosaku e Minokichi rinforzarono la porta e si coricarono per dormire, coprendosi con i loro mantelli di paglia. In un primo tempo non sentirono molto freddo, e quindi pensarono che la tempesta sarebbe presto cessata. Il vecchio si addormentò quasi subito, ma il ragazzo, Minokichi, restò sveglio a lungo, ascoltando il terribile vento e il continuo battere della neve contro la porta. Il fiume mugghiava e la capanna ondeggiava e cigolava come una giunca sul mare. Era una tempesta spaventosa: l’aria si faceva di momento in momento più fredda, e Minokichi rabbrividiva sotto il suo mantello. Ma alla fine, malgrado il freddo, anche lui si addormentò.
Fu risvegliato dalla neve che pioveva sul suo viso. La porta della capanna era stata aperta a forza e, al chiarore prodotto dalla neve (yuki-akari), vide una donna nella stanza, una donna tutta vestita di bianco. Stava china su Mosaku e alitava il suo fiato su di lui; e il suo fiato era come un luminoso fumo bianco. Quasi nello stesso istante, si volse verso Minokichi e si chinò su di lui. Minokichi cercò di gridare, ma si accorse che non poteva emettere alcun suono. La donna bianca si chinò sempre più giù verso di lui, finché il suo viso lo toccò; allora egli vide che era molto bella e pensò che i suoi occhi lo spaventavano. Per un certo tempo lei continuò a guardarlo, poi sorrise e sussurrò: “Volevo fare a te quello che ho fatto all’altro uomo, ma non posso fare a meno di provare compassione per te, perché sei tanto giovane... Sei un ragazzo attraente, Minokichi, e non voglio farti del male in questo momento. Ma se mai racconterai a qualcuno, sia pure alla tua stessa madre, quello che hai visto questa notte, io lo verrò a sapere, e allora ti ucciderò... Ricordati quel che ti dico!”
Con queste parole gli volse le spalle e oltrepassò la porta. Minokichi si accorse allora che era in grado di muoversi, saltò in piedi e guardò fuori. Ma la donna non si vedeva da nessuna parte, e la neve si introduceva con furia nella capanna. Minokichi chiuse la porta e la sprangò assicurando parecchi ciocchi di legno contro di essa. Si meravigliò che il vento avesse soffiato tanto da aprirla e pensò, senza tuttavia riuscire ad averne la certezza, che aveva soltanto sognato e che probabilmente aveva scambiato il barlume della neve sulla porta per una donna bianca. Chiamò Mosaku e si spaventò perché il vecchio non rispondeva: allungò la sua mano nell’oscurità, sfiorò il viso di Mosaku e si accorse che era fatto di ghiaccio! Mosaku era irrigidito e morto...

Al cessare della tempesta, quando il traghettatore tornò alla sua capanna poco dopo il sorgere del sole, trovò Minokichi che giaceva privo di sensi accanto al corpo congelato di Mosaku. Minokichi fu subito soccorso e presto ritornò in sé, ma rimase malato a lungo per gli effetti del freddo di quella terribile notte. Aveva anche subìto un grande spavento per la morte del vecchio, ma non disse nulla della visione della donna in bianco. Non appena stette di nuovo bene, riprese la sua occupazione, recandosi ogni mattina da solo nel bosco e facendo ritorno al calar della sera con le sue fascine di legna che la madre lo aiutava a vendere.
Una sera, l’inverno dell’anno seguente, mentre si trovava sulla via di casa, oltrepassò una ragazza che stava facendo la sua stessa strada. Era una ragazza alta, snella e di bella presenza, che rispose al saluto di Minokichi con una voce piacevole a udirsi come il canto di un usignolo. Minokichi allora si mise a camminare accanto a lei e cominciò a parlare. La ragazza disse che si chiamava O-Yuki, che era da poco rimasta orfana di entrambi i genitori e che si stava recando a Yedo dove aveva alcuni parenti di umile condizione che avrebbero potuto aiutarla a trovare un lavoro come cameriera. Ben presto Minokichi restò affascinato da quella strana ragazza e quanto più la guardava, tanto più gli appariva bella. Le chiese se era già fidanzata e lei gli rispose ridendo che era libera, domandandogli a sua volta se lui era sposato o promesso sposo. Lui le rispose che, pur avendo da mantenere soltanto una madre vedova, la questione di una “onorevole nuora” non era stata ancora presa in considerazione, dal momento che era troppo giovane... Dopo queste confidenze, camminarono per un bel po’ senza parlare, ma, come dice il proverbio, “Ki ga aréba, mé mo kuchi hodo ni mono wo iu”: “Quando c’è il desiderio, gli occhi sanno dire più della bocca”. Quando raggiunsero il villaggio si piacevano già molto, e allora Minokichi chiese a O-Yuki di restare per un po’ a casa sua. Dopo qualche timida esitazione, lei accettò di andare a casa di Minokichi, dove la madre le diede il benvenuto e le preparò un pasto caldo. O-Yuki si comportò in modo così amabile, che la madre di Minokichi provò subito simpatia per lei e la convinse a rimandare il suo viaggio a Yedo. La conclusione naturale della faccenda fu che Yuki non andò mai a Yedo e rimase in quella casa come “onorevole nuora”.

O-Yuki si dimostrò un’ottima nuora. Quando la madre di Minokichi, circa cinque anni dopo, morì, le sue ultime parole furono parole di affetto e di lode per la moglie di suo figlio. O-Yuki diede a Minokichi dieci figli, maschi e femmine, bellissimi e di carnagione molto chiara. La gente del posto trovava che O-Yuki era splendida e di una natura differente dalla loro: la maggior parte delle contadine invecchiano presto, ma O-Yuki, anche dopo essere diventata madre di dieci figli, appariva giovane e fresca come il giorno in cui era arrivata per la prima volta al villaggio.
Una sera, dopo che i bambini si erano addormentati, O-Yuki era seduta al lume di una lanterna di carta, e Minokichi, osservandola, disse: “Vederti seduta lì, con la luce sul tuo viso, mi fa pensare a una strana cosa che mi capitò quando ero un ragazzo di diciotto anni. Vidi una persona bella e bianca come sei tu ora, anzi... era proprio uguale a te”.
O-Yuki, senza sollevare gli occhi dal suo lavoro, rispose: “Parlami di lei... Dov’è che la vedesti?”
Allora Minokichi le narrò della terribile notte nella capanna del traghettatore e della Donna Bianca che si era chinata su di lui, sorridendo e sussurrando, e della morte silenziosa del vecchio Mosaku. E aggiunse: “Sia che stessi dormendo o che fossi sveglio, quella fu l’unica volta in cui vidi una creatura bella come te. Naturalmente non era un essere umano, ed ebbi paura di lei, molta paura, ma era così bianca che... Veramente, non ho mai avuto la certezza se quello che ho visto era un sogno... o la Signora della Neve”.
O-Yuki fece cadere la sua sedia e balzò in piedi, incurvandosi verso il punto dove stava seduto Minokichi e gridandogli in faccia: “Quella ero io... io... io! Quella era Yuki! E ti dissi che ti avrei ucciso se avessi mai fatto una sola parola dell’accaduto!... Ma in nome di quei bambini che là stanno dormendo, non ti ucciderò in questo momento! D’ora in avanti dovrai avere tanta, tantissima cura di loro, perché se mai avranno motivo di lamentarsi di te, allora ti riserverò il trattamento che meriti!...”
Dopo che ebbe urlato ciò, la sua voce divenne sottile, come il pianto del vento, quindi si dissolse in una brillante nebbia bianca che si sollevò verso le travi del tetto e spirò via tremolante attraverso il camino... Non la si rivide mai più.

Ok, preparatevi che lo ripeterò di nuovo: la trovo semplicemente stupenda. Voi cosa ne pensate, ha stregato anche voi? Quali miti, storie e leggende, sulla neve vi hanno incantato? Aspetto i vostri commenti
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