domenica 21 novembre 2021

{Recensione} "Il secondo raccolto. Storie dalla Contea di Lancaster #1" di Eli Easton

Buongiorno miei cari Folletti e felice domenica! Oggi vi voglio parlare de Il secondo raccolto, primo volume della serie Storie dalla Contea di Lancaster, scritto dalla statunitense Eli Easton e pubblicato da Dreamspinner Press. Colgo l'occasione per ringraziare la casa editrice per avermene, a suo tempo (eh sì, era uno dei romanzi da recuperare), fornito una copia per la recensione. Siete pronti? 


Titolo: Il secondo raccolto
Autore: Eli Easton
Serie: Storie dalla Contea di Lancaster #1
Casa Editrice: Dreamspinner Press
Data di Pubblicazione: 29 agosto 2017
Pagine: 226 pagine
Prezzo di copertina: ebook 5,93€

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Per tutta la vita David Fisher ha seguito le regole. Nato in una famiglia mennonita, ha sempre obbedito al volere del padre: ha preso in mano la fattoria di famiglia, si è sposato, ha avuto due figli. Ma ora che è rimasto vedovo e che entrambi i figli sono al college, continua a gestire la fattoria tutto solo e senza gioia, contando i giorni di una vita vissuta a metà.

Christie Landon è un graphic designer, nato e cresciuto a Manhattan. È il tipico ragazzo gay che ama far festa, ma sente il bisogno di un cambiamento. Ha ormai trent’anni e ha capito che è il momento di crescere e pensare al futuro. Quando il suo migliore amico va in overdose, Christie decide di prendersi una pausa dalla città. Si trasferisce in una casetta in Pennsylvania, nella contea di Lancaster, per riposare, recuperare le forze e riflettere. La vita di campagna però è noiosa, nonostante le sbirciatine al muscoloso uomo brizzolato della porta accanto. La creatività di Christie lo porta ad appassionarsi alla cucina, così decide di proporre al vedovo un accordo per condividere i pasti e le spese per i prodotti di prima necessità. David accetta e subito la strana coppia si ritrova ad apprezzare enormemente quei momenti in comune.

Christie mette a dura prova i limiti del piccolo mondo di David e riporta a galla emozioni che l’uomo ha sepolto anni prima. Se David riuscirà a liberarsi del proprio passato, potrà cogliere una seconda occasione per la felicità.


Non voglio nascondere il fatto che, un po' per mancanza di tempo e d'ispirazione, ho iniziato e lasciato andare questo romanzo almeno un paio di volte prima di leggerlo tutto d'un fiato a inizio anno. Eh si, capita a tutti periodi in cui un romanzo sembra come dire più "indicato" di un altro per essere letto in un determinato momento della nostra vita. Non so bene cosa mi abbia fatto abbandonare la lettura anni fa, ma so esattamente cosa mi ha portato a divorarlo recentemente!

Christie, dopo aver rischiato di perdere il suo migliore amico per overdose, decide di allontanarsi dalle distrazioni di Manhattan e rifugiarsi nella quiete della contea di Lancaster, nella casa ereditata da una zia. Se già la vita di campagna, tra campi da mettere a coltura e abitanti guardinghi, non è semplice per un ragazzo di città, figuriamoci prendersi una sbandata per il "vicino" di casa in una cittadina conservatrice e timorosa di Dio. David invece, nato e cresciuto nella contea, è sempre vissuto seguendo i dettami della chiesa, della comunità e, ovviamente, del padre, arrivando anche a soffocare il suo vero "io": sposato e con figli, si può dire che ha assolto a ciò che, implicitamente, è da sempre richiesto ad ogni uomo.

Il secondo raccolto è, di fatto, il primo romanzo di Eli Easton che ho letto e devo dire che fin dalle prime battute sono rimasta coinvolta dallo stile: senza troppi preamboli e capace di mettere su carta le emozioni più disparate che vengono trasmesse al lettore in modo diretto, senza troppi filtri. Una cosa che ho apprezzato sono i dialoghi veri e genuini che conferiscono, assieme alle descrizioni, spessore ai personaggi rendendoli realistici nel modo più totale. I protagonisti, ma non solo, sono ben caratterizzati e capaci di rimanere nella memoria del lettore oltre le tempistiche di lettura.. cosa, purtroppo, non da molti! Grazie alla suddivisione in quattro parti, una per ogni fase del raccolto e corrispondente agli step dello sviluppo della relazione tra i due personaggi principi, lo si legge davvero in un batter d'occhio.

Sapete, una cosa che ho sempre apprezzato nei romanzi contemporanei sono le tematiche che vanno oltre la semplice storia d'amore; in quest'opera i temi sono molteplici e tutti ancora troppo attuali (sì, mi riferisco, ad esempio, all'omofobia e alle azioni che certe persone compiono in suo nome). Un libro che tocca l'anima del lettore facendolo sorridere, incazzare, commuovere e agognare il lieto fine (perché dopo il marcio, in qualche modo lo si pretende no?).

Consigliato: omg, si!
Tempo di lettura: 3 pomeriggi
Canzone consigliata: "Take me to the church" di Hozier



venerdì 19 novembre 2021

{Review Tour} "Cenere di Scozia" di Amelia J. Parker

Buongiorno cari Folletti e benvenuti al review tour dedicato a Cenere di Scozia, romanzo di Amelia J. Parker, pubblicato da O.D.E. Edizioni e uscito l'8 novembre. Dopo una sorta di pausa forzata, sono davvero felice di ripartire da qui, in compagnia di una buona lettura e di una terra che ho sempre amato, la Scozia. Senza perderci in chiacchiere, che ne dite di entrare nel vivo del post? Partiamo!


Titolo: Cenere di Scozia
Autore: Amelia J. Parker
Casa Editrice: O.D.E. Edizioni
Data di Pubblicazione: 08 novembre 2021
Genere: romance, storico
Pagine: 207 pagine
Prezzo di copertina: 2,99

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E ora dove sei, milady? si chiese, mentre il suo cuore accelerava i battiti. Chiuse gli occhi sperando di vederla arrivare almeno insieme ai sogni.

David Campbell vive una vita cinica e leggera cercando di non avvertire il peso della solitudine dopo la fine di un matrimonio sbagliato. Resta a fianco del suo amico di sempre, il duca McKenna che, al contrario, ha una vita piena e felice. Ma il destino mescola all’improvviso le carte, ridisegna il suo futuro e lo costringerà a leggere nel suo cuore.
Sarà difficile per lui accettare ciò che lo aspetta? Riuscirà a farlo prima che sia troppo tardi? O il destino ancora una volta lo tradirà? Amore, vendetta, incertezza, amicizia e fedeltà si intrecciano sullo splendido arazzo di una Scozia antica, che porta con sé una sola, grande verità: dalle ceneri di una vita arsa dal dolore può nascere, sempre, qualcosa di davvero straordinari.

*** Libro Autoconclusivo***
Riedizione con contenuti aggiunti di Shadow’s heart di Claire Dew Heath


Se c'è una cosa che più amo di questo periodo dell'anno è il poter accendere il caminetto e rilassarmi, quando riesco, con una buona lettura. Sarò sincera, era da un po' di tempo che non leggevo un romance storico e beh, che dire, quando mi è stato proposto di partecipare al review tour di Cenere di Scozia ero particolarmente entusiasta. Ok, l'ambientazione sfondava, con la sottoscritta, una porta già bella che aperta, ma ad ogni modo non mi aspettavo di rimanerne così piacevolmente colpita.

Scozia, XVIII secolo. Nonostante la tragica battaglia di Culloden debba ancora avvenire, e quindi decretare la fine dei Clan, nelle Highlands non mancano invidie e dissapori tra i nobili. Il duca McKenna e consorte sono amati dal loro popolo, vivono una vita piena e felice, cosa che scatena le invidie di altri signorotti locali. Fortunatamente la coppia può avvalersi di amici sinceri e fidati come Lord Campbell e Lady Clarke che cercano di impedire la messa in atto dei piani di Lord McPherson e company anche grazie al supporto delle Ombre. Tra duelli, rapimenti e colpi di scena, due cuori feriti e solitari riscopriranno l'amore più travolgente.

Cenere di Scozia non può definirsi un vero e proprio romanzo storico ma, l'attenzione e lo studio che si celano dietro ai dettagli dell'ambientazione non possono che dimostrare la passione dell'autrice per una delle terre, a mio avviso, più affascinanti. Grazie allo stile narrativo semplice, dove le descrizioni accompagnano in modo equilibrato i dialoghi, il lettore riesce ad entrare nel vivo della storia.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e ad ognuno di essi, cosa peraltro non sempre facile, viene dato il giusto spazio e la giusta importanza. Scendendo nei particolari, probabilmente le dinamiche che avvicinano due personaggi possono non essere esattamente delle più originali ma il risultato è più che godibile. Ho apprezzato molto che le scene hot siano state lasciate all'immaginazione del lettore, un po' come in certe pellicole in cui si vede la telecamera staccare, con un effetto sfocato o di dissolvenza, dalla scena clou.
Inoltre, sono sempre felice di leggere di personaggi femminili forti e indipendenti!

Purtroppo non posso addentrarmi molto nella trama senza rischiare lo spoiler, tuttavia posso dirvi che Cenere di Scozia rappresenta un'opera davvero ben ideata e realizzata; un libro che, anche grazie all'ambientazione stessa, è in grado di conquistare l'attenzione e il cuore di un gran numero di lettrici. Lo consiglio a tutte coloro che hanno un debole per i kilt, hanno amato la serie Outlander o che, più semplicemente, cercano una lettura in grado di coinvolgerle totalmente.

Arrivo a conclusione di questo mio commento ritenendomi davvero soddisfatta della lettura e felice di aver scoperto un'autrice che, senza dubbio, continuerò a seguire.

Consigliato: si
Tempo di lettura: tre pomeriggi
Canzone consigliata: "Auld Lang Syne" delle Celtic Woman


Qui sotto trovate le tappe del Review Tour nel caso ve ne foste persa qualcuna ^.*

giovedì 7 ottobre 2021

{Movie & Series} Pretty Tiny Things, Città Invisibile e Gli irregolari di Baker Street

Buongiorno miei cari Folletti, negli ultimi mesi (complice lockdown e restrizioni varie) ho fatto davvero una scorpacciata tra serie, film e anime. Purtroppo, come al solito, non riesco a darvi il mio parere immediato ma, alle volte è anche un bene. Infatti, posso riguardare qualche episodio, valutare a mente lucida i pro e i contro del girato, ecc. In questo articoletto vi farò conoscere quattro serie targate Netflix: Pretty Tiny Things, Città InvisibileGli Irregolari di Baker Street.

Appartengo a quella generazione cresciuta con film sul ballo quali Dirty Dancing, A time for dancingIl ritmo del successo, Footloose, Billy Elliot e Ti va di ballare? e che molto più tardi ha avuto modo di veder scoppiare la StepUp mania. Film di questo genere mi sono sempre piaciucchiati (sì, in alcuni casi, ho imparato anche dei passi ma, qui lo dico e qui lo nego) e quando vedo qualche nuova uscita non posso lasciar correre: devo guardare, per curiosità. Tiny Pretty Things è una di quelle serie che, sebbene l'ambiente sia diverso, ricorda le dinamiche alla Pretty Little Liars. L'ambiente della danza classica non è di certo "rose e fiori" e la nostra protagonista avrà presto a che fare con ambizioni, amori, sospetti e molto altro ancora. Sinceramente non sono riuscita ad empatizzare con alcun personaggio e la trama in certi punti era prevedibile, tuttavia l'ho trovato un prodotto abbastanza godibile anche se non chissà quale rivelazione. Ripeto, se avete apprezzato le atmosfere alla Pretty Little Liars allora ve lo consiglio.


Voliamo in Brasile alla volta di Rio de Janeiro ad incontrare un agente della polizia ambientale che farà perdere la testa a più di una spettatrice. Eric indaga con non poca determinazione sulla morte della giovane moglie. Ben presto si renderà conto che nulla è come sembra e che non è poi così difficile incrociare il cammino con esseri leggendari. Devo dire che mi ha davvero stupito, non pensavo potesse coinvolgermi così tanto e invece.. sono stata davvero felice di aver scoperto questa serie (spero in una seconda stagione) e, con essa, alcune figure del folklore brasiliano che non conoscevo! C'è tutto ciò che si più chiedere ad una serie di questo genere: mistero, colpi di scena, sovrannaturale, indagini e, cosa che non mi dispiace, un protagonista con cui gustarsi l'occhio


Non nego di aver atteso questa serie con un hype incredibilmente alto fin dal rilascio del trailer che sembrava, sono sincera, promettere mari e monti. Sì, già dall'incipit del mio commento potete dedurre che non mi sia particolarmente piaciuta questa prima stagione. Cinque ragazzi adolescenti che, ingaggiati dal dottor Watson, indagano su strani avvenimenti sovrannaturali nella Londra Vittoriana getta le basi per una serie che, nonostante l'ambientazione da me amata e la buona idea di partenza, sembra non riuscire a decollare del tutto. Probabilmente mi aspettavo di più, molto di più, e magari sono io ad essere troppo puntigliosa ma, credo che per godersi questo prodotto bisogna togliersi dalla testa un qualsiasi tipo di collegamento ai personaggi canonici di Sir Arthur Conan Doyle. Se pensiamo dunque ad una sorta di universo parallelo (alla Rick & Morty per capirsi) in cui abbiamo una diversa chiave di lettura di determinati personaggi, allora credo che possa essere apprezzata maggiormente. Certo è che il progetto di The Irregulars era ambizioso. Consigliato ma non createvi aspettative troppo alte.

E voi, avete già visto questi film e la serie tv? Fatemi sapere cosa ne pensate lasciando un commento qui sotto e, se vi va, consigliatemi pure le vostre pellicole preferite ^-^

mercoledì 11 agosto 2021

{Movie&Series} Virgin River, The Witcher, Shadow and Bone, Curon


Buongiorno carissimi Folletti, finalmente sono arrivate le sospirate ferie anche per la sottoscritta e, proprio per questo, ho deciso di cogliere la proverbiale palla al balzo e organizzarmi un po': pulizie di fondo, decluttering (molto soddisfacente finora), rimettermi in forma, nuovo e primo piano editoriale per il blog. Tra le cose arretrate, ci sono senza dubbio le mini recensioni dedicate alle serie tv viste nell'ultimo periodo (e dal lockdown sono davvero molte ^-^). In questo primo appuntamento vi parlo di Virgin River, The Witcher, Shadow and Bone e Curon.

Se cercate una serie capace di emozionarvi, con un mood che fa venire in mente Nicholas Sparks e Rosamunde Pilcher.. beh, non dovete proprio lasciarvela scappare!
Tratta dalla serie di romanzi di Robyn Carr, Virgin River ha per protagonista Melinda Monroe, un'infermiera che a seguito di una perdita, decide di trasferirsi (nella cittadina che dà il nome al girato) e ricominciare da capo. Sembra una via di fuga semplice e invece non sarà un percorso in totale discesa. Attorniata da un collega di lavoro burbero, compaesani impiccioni e pettegoli, il suo sarà un cammino verso la presa di coscienza e l'elaborazione del lutto. Una lenta rinascita che aprirà gli occhi della protagonista e la preparerà, per quanto possibile, ad aprire il cuore a un nuovo amore intenso e lacerante.
Ovviamente, come ogni buona storia del genere, non mancheranno le difficoltà, le incomprensioni e i colpi di scena. Personalmente l'apprezzo come visione per staccare la spina e rilassarmi senza pensare troppo. Sto anche leggendo i romanzi e vi posso garantire che meritano, ma ve ne parlerò nelle recensioni ^.*


Mi sono resa conto di non avervi mai detto cosa penso di The Witcher: come diavolo ho fatto a lasciarmi scappare la possibilità di sbavare per Henry "pezzo di manzo" Cavill assieme a voi?! Scherzi a parte, premetto che possiedo gli ebook della saga da anni ma non ho ancora avuto modo di leggerli, ergo non posso dire se la serie sia o meno fedele. Posso tuttavia dirvi che la prima stagione mi ha fatto impazzire e, come personaggio, Ginnifer in primis. Togliendo il fatto che sia una gnocca pure lei, mi piace proprio come figura e la sua evoluzione nel corso degli episodi. Quando uscì la notizia di una trasposizione del famoso videogioco, sarò sincera, non ero molto convinta di Cavill e invece, eccomi qui, a ricredermi completamente: perfetto nel ruolo di Gerald di Rivia. Aspetto con ansia la seconda stagione e, non dimenticate.. toss a coin to your Witcher! 


Inutile dirvi che almeno per quanto riguarda la prima metà dell'anno, Shadow and Bone è stata la serie che ho atteso con maggior trepidazione. Aspettative alte che, fortunatamente, non sono state per nulla deluse. Fondare due serie letterarie, nonostante appartengano allo stesso mondo, è potenzialmente un'arma a doppio taglio, un rischio. Nella serie quindi non solo troviamo i personaggi della Grisha Trilogy ma anche quelli della duologia dei Sei di Corvi! Visionata due volte, ho apprezzato alcuni cambiamenti di trama e di aspetto dei personaggi (Alina è molto meglio qui che non nella saga letteraria). The Darkling sovrasta tutti e Ben Barnes sembra tagliato per il ruolo! *fangirling mode on* Mal, purtroppo, continua a non entusiasmarmi anche se riesco a rivalutarlo un po' di più rispetto al personaggio del libro. Inej, è da chiederlo? La mia preferita!
Ho amato ogni cosa (soprattutto Milo!) e aspetto la seconda stagione mentre, nell'attesa, prosegue la mia avventura con i romanzi.


Premetto che non lo faccio di proposito a concludere con una serie "meh". Curon ha il pregio di avere un'ambientazione ed una storia con del potenziale mostruoso che però, almeno per quanto mi riguarda, non riesce ad essere incisivo sino in fondo. Mi ha ricordato, per alcuni accenni, la serie tv americana sci-fi Invasion. Composta di una singola stagione, al termine della visione non ti vien voglia di riguardarla. Ho apprezzato molto la fotografia, i luoghi sono favolosi e, se posso, vi consiglio di fare una gita in quelle zone.

E voi, avete visto queste serie tv? Fatemi sapere cosa ne pensate lasciando un commento qui sotto e, se vi va, consigliatemi pure le vostre pellicole preferite ^-^

lunedì 24 maggio 2021

{Blog Tour - Recensione} "Il vuoto di Yamauba" di Emanuela A. Imineo

Buon pomeriggio miei cari Folletti, nonostante fuori il tempo sia da lupi (una manna dal cielo per chi come me soffre di allergia ai pollini), eccomi qui a ritagliarmi uno spazio tutto per me e le mie letture. Come sapete, ho avuto modo di partecipare al blog tour dedicato a Il vuoto di Yamauba (potete leggere l’approfondimento sugli Yurei qui).. bene, sono felice di potervi dire cosa ne penso!


Titolo: Il vuoto di Yamauba
Autore: Emanuela A. Imineo
Casa editrice: Press & Archeos
Genere: mitologia asiatica, retelling
Data di pubblicazione: 10 maggio 2021
Prezzo di copertina: 14,00€ (ebook 7,99€)
Pagine: 226 pp.
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Giappone, età feudale. Yamauba è divenuta mamma di uno splendido bambino. Il marito, stanco di quella donna che ormai ha trovato nel figlio il fulcro dell’esistenza, escogita con sua madre un piano per liberarsene: spingerla al suicidio, facendole credere di aver avvelenato il piccolo con il proprio latte. Così avviene e Yamauba, additata come strega e aggredita dagli abitanti del villaggio, è costretta a rifugiarsi in una caverna sui vicini monti. Convinta di aver ucciso il figlio decide di lasciarsi morire ma, per volere degli Dei, Yamauba sopravvive scivolando nella follia. Tra foreste cupe e distese innevate, la sua unica compagnia saranno gli Yōkai: spiriti crudeli e pericolosi, votati all’inganno. Guidata da uno di essi, Yamauba cederà ai peggiori istinti, nutrendosi di carne umana e accettando di perdere l’anima.

Nato dalla prolifica penna di Emanuela A. Imineo, Il vuoto di Yamauba si presenta come il retelling di una delle leggende giapponesi più conosciute, quello che ha per protagonista la figura di Yamauba: anziana strega terrificante che divora carne umana ma anche donna che ha allevato l’eroe guerriero Kintaro. 

Cosa posso dire, innanzitutto non aspettatevi un romanzo dai tratti dolceamari, proprio no: il dolce non è che un debole ricordo sovrastato dal dolore, dal tormento e dalla pazzia in cui cade, rimanendone completamente avvinghiata, la nostra protagonista. 

Siamo nel Giappone feudale e Yamauba possiede tutto ciò che ha sempre voluto: un marito a cui essere devota e, soprattutto, un figlio a cui donare tutto l’amore di cui è capace. Tuttavia la sua felicità ha vita breve e un piano terribile, ordito ai suoi danni, la porterà ad essere odiata, ripudiata ed esiliata; complice una boccetta di “veleno” in grado di conferire una morte apparente (un po’ come quella shakespeariana che Frate Lorenzo dona a Giulietta, per capirsi), il marito fa credere alla donna di aver causato, nutrendolo col proprio latte, la morte del figlio. E’ da questo punto, praticamente dopo un paio di pagine, che inizia l’agonia della protagonista e, pian piano, la sua metamorfosi nella figura leggendaria della strega cannibale. 

Un vortice di dolore capace di avvolgere il lettore, tormentarlo man mano che la lettura prosegue e gettarlo, in compagnia di Yamauba, nel baratro della follia. Un tratto che apprezzo e amo dello stile di Emanuela è che, anche grazie al suo essere diretta – per quanto brutale, ogni sfumatura della personalità di un personaggio è approfondita ed esaltata al massimo affinché chi legge sia capace di catturarne l’essenza. Leggendo riuscivo a sentire ogni sentimento provato dalla protagonista, dalle vittime e, da esterna, una rabbia verso quel pezzo di.. ok, avete capito.. del marito. Vi giuro che sarei volentieri entrata nel romanzo per usarlo come sacco da boxe.. ma sto divagando.

Scrivere del Giappone non è semplice, complice la distanza culturale e le innumerevoli figure mitologiche e folcloristiche, ma l'autrice è riuscita a rendere - grazie ad uno studio a monte - davvero in maniera molto genuina un'epoca a dir poco affascinante. Non me la sento di scendere troppo nei particolari della storia, perché va letta e - passatemi il termine - vissuta da lettore, ma posso dirvi che non è adatta a chiunque. "Quando guardi a lungo nell'abisso, l'abisso ti guarda dentro" credo non ci sia citazione più adatta a racchiudere ciò che riesce a suscitare questo romanzo, o almeno che ha suscitato in me. Una lettura, per giungere al termine, che rifarei nonostante il dolore capace di trasmettere in più di una scena. 

mercoledì 19 maggio 2021

{BlogTour} "Il vuoto di Yamauba" di Emanuela A. Imineo - Gli Yurei

Quando Emenuela ha proposto di partecipare al #JapanProject, da appassionata della cultura nipponica (e non solo, lo sapete), non ho saputo davvero resistere. Nonostante la passione e la curiosità, è con non poco timore che mi sono gettata nella ricerca e stesura di questo articolo; timore dovuto essenzialmente al raccontarvi nel modo più esaustivo ed esatto possibile un qualcosa che, per certi versi, è distante dalla nostra tradizione. Ad ogni modo, senza perdere altro tempo, e dopo le dovute precisazioni, parliamo un po’ degli Yurei.

Il Giappone è noto per le creature che popolano storie e tradizioni, ciò anche grazie ad anime e movies (alcuni dei quali divenuti veri e propri cult), per i riti ed i templi. Dovete sapere, prima di entrare nel vivo dell’articolo, che secondo la tradizione giapponese gli esseri umani possiedono un reikon (spirito/anima) che alla morte lascia il corpo, rimanendo in attesa sino a raggiungere, una volta compiuti i riti funebri, lo Yomi (il mondo dei morti). Durante questo periodo di attesa o se lo spirito ha delle questioni in sospeso, l’anima diviene uno Yurei in grado di entrare in contatto col mondo fisico. Uno Yurei, dunque, altri non è che il fantasma di un defunto incapace di lasciare il mondo dei vivi e raggiungere l’aldilà.


Ma come sono, come si presentano questi spiriti? Bene, dovete sapere che la rappresentazione che ne abbiamo oggi è piuttosto recente, parliamo infatti del tardo XVII secolo, e vede il seguente aspetto canonico: una veste bianca che ricorda un kimono, un fazzoletto avvolto intorno alla testa che assume forma triangolare detto hitaikakushi, lunghi capelli neri, mani morte e mancanza della parte inferiore del corpo, e infine una coppia di fuochi fatui chiamati hitodama che accompagnano l’anima.

Gli Yurei si suddividono nelle seguenti tipologie:

Jibakurei: spettri, generalmente di persone morte suicide o con dei rimpianti, che infestano un luogo
Hyoirei: spettri che s’impossessano del corpo di un vivente
Onryo: spiriti vendicativi che tornano a perseguitare chi li ha maltrattati in vita
Ubume: possono essere spiriti di madri morte nel dare alla luce un figlio, o che non sanno cosa sia successo loro; sono generalmente innocui e desiderano solo incontrare i propri figli
Goryo: spiriti di aristocratici morti per intrighi di palazzo o traditi dai propri servitori, che tornano per esigere vendetta
Funayurei: spiriti di marinai morti in mare; se vengono lasciati salire su una nave la fanno affondare
Zashiki-warashi: fantasmi di bambini, generalmente dispettosi
Gaki: fantasmi di persone morte nella pratica ossessiva dei propri vizi e costretti ad una fame e sete insaziabile di particolari oggetti
Jikininki: una variante dei Gaki che però sono costretti a cibarsi di cadaveri
Ikiryo: è un fantasma particolare che si materializza quando la persona è ancora in vita
Fantasmi seduttori: spettri di uomini o donne che cercano di avere una storia d’amore con un vivente
 

Le morti violente lasciano degli strascichi nel luogo in cui avvengono, un’energia particolare e la Foresta di Aokigahara sembra esserne avvolta. Jukai, altro nome con cui è conosciuto il luogo, si trova alla base del monte Fuji, composta essenzialmente da rocce laviche, caverne di ghiaccio, fitti alberi e arbusti, è conosciuta nel mondo per esser stata teatro di numerosi suicidi. Nel XIX secolo, in periodi di siccità e carestia, i membri più anziani della famiglia venivano abbandonati nella foresta di modo che non pesassero sul bilancio famigliare. Tuttavia, leggenda vuole che gli spiriti di questi malcapitati vaghino tra gli alberi pieni di rabbia e rancore, infestando il luogo e, si dice, cercando di "confondere" coloro che l'attraversano.

La tematica della “vita” dopo la morte mi ha sempre affascinata così come il mondo degli spiriti. Credo che qualcosa ci sia, che i nostri cari possano stare al nostro fianco in qualche modo e che possano esistere anche entità negative. Esperienze particolari? Beh, un paio ce ne sono state ma, sapete com’è, arrivate a chiedervi se è stato tutto frutto della vostra immaginazione.


Siamo giunti al termine di questo piccolo intervento e spero che vi sia piaciuto e, soprattutto, vi abbia incuriosito. Ringrazio ancora Emanuela per avermi dato la possibilità di partecipare all’evento e, dandovi appuntamento alla recensione, vi invito a seguire e commentare anche le altre tappe del tour.

lunedì 10 maggio 2021

{BlogTour} "Il vuoto di Yamauba" di Emanuela A. Imineo

Buongiorno miei carissimi Folletti, sono felice di presentarvi il nuovo blogtour a cui ho deciso di partecipare. Si tratta di un nuovo romanzo di Emanuela A. Imineo, il retelling della storia di Yama-uba, uno yokai del folklore giapponese. Vediamo però, qui di seguito, i dati e la sinossi del romanzo Il vuoto di Yamauba.


Titolo: Il vuoto di Yamauba
Autore: Emanuela A. Imineo
Casa editrice: Press & Archeos
Genere: mitologia asiatica, retelling
Data di pubblicazione: 10 maggio 2021
Prezzo di copertina: 14,00€ (ebook 7,99€)
Pagine: 226 pp.
Acquistalo su Amazon
Giappone, età feudale. Yamauba è divenuta mamma di uno splendido bambino. Il marito, stanco di quella donna che ormai ha trovato nel figlio il fulcro dell’esistenza, escogita con sua madre un piano per liberarsene: spingerla al suicidio, facendole credere di aver avvelenato il piccolo con il proprio latte. Così avviene e Yamauba, additata come strega e aggredita dagli abitanti del villaggio, è costretta a rifugiarsi in una caverna sui vicini monti. Convinta di aver ucciso il figlio decide di lasciarsi morire ma, per volere degli Dei, Yamauba sopravvive scivolando nella follia. Tra foreste cupe e distese innevate, la sua unica compagnia saranno gli Yōkai: spiriti crudeli e pericolosi, votati all’inganno. Guidata da uno di essi, Yamauba cederà ai peggiori istinti, nutrendosi di carne umana e accettando di perdere l’anima.

Se anche voi siete appassionati o incuriositi dalla mitologia e dal folklore nipponico, non vi resta che seguire le tappe del blog tour in cui si parlerà delle credenze, le usanze e le figure del Giappone. Vi lascio qui di seguito le date e vi do appuntamento al prossimo post!

mercoledì 5 maggio 2021

My Book Boyfriend #25 - The Darkling, Generale Kirigan

Rubrica ideata da Missie di "The Unread Reader"

La rubrica, creata dal The Unread Reader, si chiama My Book Boyfriend. In cosa consiste? E' presto detto! Quante di noi, leggendo un romanzo, hanno fantasticato su uno o più personaggi maschili? Tutte!! Grazie a questa simpatica rubrica, verrà presentato (più o meno a cadenza settimanale) un personaggio fittizio che c'ha colpito con tanto di prestavolto, caratteristiche e citazioni con riferimenti ai libri.

Reduce dalla lettura dei primi due capitoli della Grisha Trilogy di Leigh Bardugo e, com'era da aspettarsi, dalla visione non-stop della prima stagione della serie Netflix Shadow and Bone, eccomi a parlarvi del personaggio che più ho amato in assoluto: The Darkling. Devo ammettere che mi ha smosso parecchio l'ormone sia per quanto riguarda la presenza fisica che per la complessità del suo carattere. Sullo schermo è interpretato da Ben Barnes che, lo ammetto, ho trovato a dir poco spettacolare ma, ora mi do una calmata, andiamo con ordine!


● Aleksander, Generale Kirigan, The Darkling
● è un Grisha, Evocatore di Ombre
● comanda il Secondo Esercito
● età non precisata, antico
● vive a Piccolo Palazzo
● unico ad indossare una kefta nera
Rimasi a guardare, divisa tra paura e fascinazione. “È troppo giovane” pensai. L’Oscuro comandava i Grisha da prima che io nascessi, mentre l’uomo seduto sulla pedana non sembrava molto più anziano di me. Aveva un viso affilato e bello, con una massa di folti capelli neri e chiari occhi grigi che scintillavano come quarzo. Io sapevo che i Grisha più potenti vivevano a lungo, e che gli Oscuri erano i Grisha più potenti di tutti, ma lo trovavo ingiusto e ripensai alle parole di Eva: “Non è un essere naturale. Nessuno di loro lo è”.

L’Oscuro scivolò giù dalla sua cavalcatura e aprì i palmi, poi li unì con un botto fragoroso. Matasse di oscurità partirono dalle sue mani giunte, serpeggiando per la valle, cercando gli assassini Fjerdiani, strisciando lungo i loro corpi e avvolgendone i volti in ombre turbinose. Loro gridavano. Alcuni lasciarono cadere la spada, altri presero ad agitarla alla cieca.

Diciamocelo ragazze, più un personaggio è complicato e più ci piace (fatta eccezione per quelli alla Christian Grey e Hardin Scott, almeno per quanto mi riguarda, non li reggo proprio) nonostante non sia esattamente un santo. The Darkling infatti non lo è. La brama di potere si fa via, via, più visibile all'occhio del lettore (e della stessa Alina), la maschera viene calata e, nonostante la sua indole e la sua condotta, la Bardugo decide di farci intravedere anche quella che sembra essere una speranza - seppur piccola - di redenzione per questo personaggio. Un po' come in X-Files ve lo dico chiaro e limpido, "voglio crederci": voglio credere che Aleksander possa, in qualche modo, ritrovare la sua umanità grazie ad Alina, voglio sperare che ci sia speranza per i darklina .. poi lo so, quello che spero io non è quasi mai in linea con ciò che poi accade. Lasciatemi sperare raga!


Vi ho accennato, ad inizio post, dell'interprete nella serie Netflix. Ben Barnes è perfetto per il ruolo di The Darkling. Tralasciando il fatto che sia un bell'uomo e che la sua fisicità calza a pennello con quella della controparte letteraria, ho trovato la sua recitazione davvero sublime: l'intonazione della voce, lo sguardo, la postura e la gestualità.. non lo so, credo che il personaggio sia stato quasi creato per lui

Sono giunta al termine del post, non posso andare molto più avanti senza spoilerare la serie libresca quindi, vi do appuntamento al prossimo My Book Boyfriend e alla recensione dei primi due capitoli della Grisha Trilogy! Fatemi sapere cosa ne pensate!

venerdì 23 aprile 2021

{Review Tour} "L'ora oscura" di Daniele Tartaglia

Buonasera Folletti, come state? E' passato un po' di tempo dall'ultimo post del blog ma, non temete, non sono sparita in chissà quale isola deserta. Cercando di conciliare i vari impegni e, non sottovalutiamolo, il cambio di stagione (bentrovata allergia stagionale ç.ç) eccomi ancora una volta a leggere/visionare/ascoltare più di quanto poi riesca a recensire. Ad ogni modo, dopo questa premessa, vi do il benvenuto al review tour dedicato a L'ora oscura, una raccolta di storie appartenenti al genere horror e dark fantasy di Daniele Tartaglia, pubblicato questo mese dalla casa editrice O.D.E. Edizioni. Siete pronti? 


Titolo: L'ora oscura
Autore: Daniele Tartaglia
Casa Editrice: O.D.E. Edizioni
Data di Pubblicazione: 14 aprile 2021
Genere: dark fantasy, horror
Pagine: 77 pagine
Prezzo di copertina: 12,99

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Nel crepuscolo che divide il sonno dalla veglia, l’autore presenta storie che hanno come filo conduttore l’irrealtà. Attraverso visioni demoniache, creature leggendarie e mostri nelle case, questi racconti prendono per mano il lettore trascinandolo nel delirio della coscienza.

A metà strada fra il fantasy e l’horror, L’ora oscura racconta la paura, la pazzia, il sogno e la morte.


Era da molto tempo che non m'imbattevo in un'antologia di racconti e quando mi è stato proposto questo review tour beh, non ho saputo dire di no: ero incuriosita dal filo conduttore usato dall'autore per legare le varie storie e, alla luce di questa lettura, posso dire di esserne rimasta piacevolmente colpita.

Spesso, uno dei "problemi" delle opere brevi è la caratterizzazione non approfondita, e talvolta completamente inesistente, dei personaggi; in questo caso, nonostante non possa scendere troppo nei particolari, le figure che ruotano attorno alle vicende riescono ad assumere connotati ben definiti, tanto che il lettore è in grado di farsi un'idea abbastanza chiara di chi abbia davanti. 
Se a questo aggiungiamo uno stile narrativo scorrevole e frasi dal ritmo incalzante che riescono a far percepire nettamente il crescere dell'atmosfera - lasciatemi passare il termine - angosciosa, L'ora oscura ha tutte le carte in regola per non farvi chiudere occhio e, perché no, osservare per bene cosa può nascondersi nel vostro frigorifero!

So che mi sta guardando, segue perfida i pensieri di vendetta, forse stimolo e nutrimento per la crescita del Male, ossigeno dell'inferno; credo di aver visto l'ombra malvagia della sua presenza nascondersi dietro le mie spalle, come uno zaino pesantissimo che le curva senza scampo.

Amo da sempre il genere horror, le storie paurose raccontate in piena notte davanti ad un falò o semplicemente sussurrate nel buio di una stanza mentre fuori imperversa il temporale; è facile capire quanto io possa essere di parte e quanto si possa sfondare una porta già aperta, eppure anche per me è difficile trovare opere che sappiano rendere al meglio quel pathos tipico capace di instillare il dubbio, il sospetto e il timore. Purtroppo, data la brevità delle storie non mi è possibile addentrarmi in esse senza incorrere nello spiacevole spoiler che tutti odiamo (a meno che non lo ricerchiamo consapevolmente, no?) e quindi, mi ritrovo a giungere di già alla conclusione di questo mio breve commento.

Amanti del genere, ricercatori di brividi o meno, questa breve antologia fa giusto al caso vostro: le storie raccolte sono brevi, scorrevoli e veramente coinvolgenti, tanto da farvi dormire con un occhio aperto e l'orecchio teso a captare qualsiasi tipo di movimento e/o rumore "strano". Un dolce brivido che vi riscuote dal tepore della quotidianità.

Consigliato: si
Tempo di lettura: un'ora
Canzone consigliata: "Tabular Bells" dall'Ost di The Exorcist


martedì 6 aprile 2021

{Anteprima} "Rabbia e Rovina. The Harbinger #2" di Jennifer L. Armentrout

Buongiorno Folletti e bentrovati! Ci siamo lasciati le feste alle spalle, la cioccolata avanzata pronta per essere utilizzata in dolci e biscotti, e la mente ritorna agli impegni abituali, lavorativi e non. Ad ogni modo, mentre fuori piove, eccomi a segnalarvi l'uscita del secondo capitolo della The harbinger serie di Jennifer L. Armentrout. Non faccio mistero di amare questa autrice e, credetemi, presto recupererò anche questa saga!


Titolo: Rabbia e rovina
Autore: Jennifer L. Armentrout
Serie: The harbinger #2
Casa editrice: HaperCollins
Pagine: 528 pp.
Genere: urban fantasy
Data di pubblicazione: 15 aprile 2021
Prezzo copertina: 16,90€ (ebook 6,99€)
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Trinity e Zayne, il Guardiano gargoyle incaricato di proteggerla, stanno combattendo insieme ai demoni per salvare il mondo dall’apocalisse che minaccia di abbattersi sull’umanità, ma concentrarsi sulla missione non è affatto semplice, perché ciò che provano l’uno per l’altra, anche se la natura del loro legame lo proibisce, si sta inesorabilmente trasformando in amore. Così, cercando di tenere a bada il desiderio che cova sotto la cenere, ogni notte i due ragazzi pattugliano le strade cercando tracce del Messaggero,la misteriosa entità che nessuno ha mai visto e che sta uccidendo Guardiani e demoni senza distinzione…e soprattutto senza alcuna logica. Quando Trinity e Zayne si rendono conto che da soli non possono farcela, chiedono rinforzi a un alleato a dir poco particolare: Roth e la sua coorte. Poi, mentre il numero dei morti continua a salire, viene alla luce un sinistro complotto che coinvolge la scuola locale e una persona molto cara a Zayne, e Trin si rende conto di essere stata ingannata e manipolata per un qualche oscuro fine. Allora la rabbia esplode, i sentimenti sfuggono al controllo…e questo potrebbe essere la rovina per tutti loro. Secondo capitolo della serie The Harbinger, Rabbia e rovina è un urban fantasy appassionante e romantico in puro stile Armentrout, con un susseguirsi di colpi di scena che tengono con il fiato sospeso fino all’inaspettato cliffhanger finale.


JENNIFER L. ARMENTROUT Autrice al vertice delle classifiche del New York Times e di USA Today, oltre a scrivere romance con lo pseudonimo di J. Lynn si è cimentata con successo nei generi Young e New Adult, fantascienza e fantasy. Attualmente vive a Martinsburg, West Virginia. Con HarperCollins ha pubblicato le serie Covenant, Titan e Dark Elements, di cui la serie The Harbinger è l’appassionante spin-off. Rabbia e rovina è il seguito di Tempesta e furia.

lunedì 5 aprile 2021

{Segnalazione} "Del primo amore" di Manuel Sgarella

Buon pomeriggio Folletti e felice Pasquetta. Lo so, lo so, oramai la festività sta volgendo al termine ma, ehi, come dice il detto, meglio tardi che mai, no? ^.^
Ad ogni modo, una breve capatina al mio angolino per farvi conoscere la nuova opera di Manuel Sgarella, uscita proprio in questi giorni. Conosciamo un po' Del primo amore pubblicato da O.D.E. Edizioni.


Titolo: Del primo amore
Autore: Manuel Sgarella
Casa editrice: O.D.E. Edizioni
Genere: narrativa
Data di pubblicazione: 04 aprile 2021
Prezzo ebook: 2,99€
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L'amore fra Giuditta e Vincenzo è un sentimento puro che resiste negli anni duri delle lotte per la conquista della libertà. In un'Europa post napoleonica, i due protagonisti vivono le medesime passioni di spirito che accenderanno il Romanticismo. È in questo sfondo storico che emerge, intensa e contrastata, la storia fra la cantante Giuditta Pasta e il compositore Vincenzo Bellini. Un amore intenso, ingabbiato, impossibile.

Cosa dire, lo stretto legame tra Bellini ed una delle sue muse, Giuditta Pasta per l'appunto, non è sconosciuto, anzi.. non so voi ma io, detta molto schiettamente, sono piuttosto incuriosita da questa pubblicazione!

domenica 28 marzo 2021

{Recensione} Blogtour "L'eredità celtica" di Stefano Spagocci

Buongiorno Folletti e felice domenica a tutti! Prosegue il blog tour dedicato all'opera L'eredità celtica. Origini e antropologia dei popoli cisalpini di Stefano Spagocci; oggi infatti avrete modo di leggere le recensioni di tutti i blog che stanno partecipando al #progettoceltico. Siete pronti? Seguitemi!


Titolo: L'Eredità Celtica.
Origini e antropologia dei Popoli cisalpini
Autore: Stefano Spagocci
Casa editrice: Press & Archeos
Genere: storia, antropologia
Data di pubblicazione: 18 dicembre 2019
Prezzo di copertina: 15,20€ (ebook 8,49€)
Pagine: 228 pp.

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I Celti, generalmente associati a Irlanda, Scozia, Galles e Bretagna, sono in realtà alla radice di gran parte delle nazioni europee. La presenza celtica in parte dell’Italia settentrionale è altrettanto autoctona quanto quella in Iberia, Europa Centrale ed Isole Britanniche. Dopo le invasioni storiche del IV sec. a.C. tutta l’Italia settentrionale, e parte dell’Italia centrale, fu abitata da popolazioni celtiche o celtizzate. Un tale dato, tuttavia, è quasi sconosciuto al grande pubblico. In questo libro, sintetizzando un ventennale lavoro di spoglio della letteratura archeologica ed antropologica, l’autore ha voluto rendere giustizia ai Celti Cisalpini, delineandone un ritratto antropologico in senso genetico, fisico e culturale. Ciò allo scopo non solo di conoscere meglio questo insieme di popoli ma di capire quanto di loro sia rimasto nell’antropologia dei Popoli cisalpini.


Premettendo che il mio campo non è l'archeologia o l'antropologia, posso però dire di appartenere a quella schiera di lettori che amano spaziare tra i generi e saziare la loro curiosità su questo o quel determinato tema (sarà che sono cresciuta con SuperQuark e La Macchina del Tempo?). Ad ogni modo, quando mi è stato proposto di partecipare al #progettoceltico non ho potuto proprio rifiutare, appassionata della cultura celtica come sono e a maggior ragione con un'opera trattante i Celti in Italia.

In questo saggio, l'autore spiega in modo esaustivo i dati sperimentali di una ricerca ventennale che ha per protagonisti i popoli cisalpini. Tutti noi siamo abituati ad identificare i Celti con le regioni che comprendono Irlanda, Scozia, Galles e Bretagna, quando in realtà molte zone d'Europa ha radici riconducibili a questo popolazione. 
L'antropologia genetica, le influenze celtiche (e germaniche) sulla lingua e sui dialetti, il folklore, i riti, sono solo alcune delle tematiche affrontate in questo compendio di nozioni che trovano fondamento su studi compiuti anche da altri come Piazza e Cavalli Sforza. Lo stesso autore, con grande schiettezza e rispetto, ammette che sono possibili altre scoperte in materia e che gli studi continuano.

Spesso i saggi possono risultare pesanti nella forma stilistica, incomprensibili ai profani della materia o, addirittura, noiosi: non è questo il caso. Ammetto che la mia personale passione per la storia ha avuto la sua parte nel farmi apprezzare l'opera a tutto tondo, ma è anche vero che ho trovato i concetti facilmente assimilabili benché, in alcuni casi, mi sia affidata all'ausilio della rete per approfondirne alcuni. Riconosco che quest'ultimo appunto possa sembrare ai più una nota dolente (o addirittura negativa) al testo ma, sarà che come anticipatovi sono una lettrice curiosa, trovo che sia una "spinta" a saziarsi di conoscenze allontanando quella pigrizia che ci lascia con domande a cui non troviamo risposta.

Ho apprezzato davvero molto questa lettura, le nozioni che mi ha trasmesso e, soprattutto, la "scoperta e presa di coscienza" delle origini della zona in cui abito e di altri territori della penisola; un'opera, giungendo alla conclusione del mio breve commento, che consiglio in particolar modo a coloro che, amanti della storia, vogliono esplorare le fonti dell'influenza celtica in Italia.

Consigliato: si
Tempo di lettura: 4 giorni
Canzone consigliata: "Kid ar an Sliabh" Celtic Heart feat. Harp Twins & Máiréad Nesbitt

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