giovedì 23 luglio 2020

{Blogtour - Tappa} "Guarda oltre ciò che vedi" - I tarocchi nella magia egizia


Buongiorno Folletti e benvenuti in questo articolo un po' speciale. Certo, non è la prima volta che tocco un qualche tema "magico" ma questo ha qualcosa di diverso: eccoci alla tappa del blogtour del manuale Guarda oltre ciò che vedi, scritto da Emanuela A. Imineo, dedicato ai tarocchi nella magia egizia. Siete pronti per questo viaggio attraverso i secoli? Bene, andiamo!

Fin dagli albori l'uomo è stato affascinato, e al contempo timoroso, da ciò che lo attendeva.. dal futuro avanti a lui, ma non solo. Ha cercato quindi attorno a sé segni da interpretare nella natura, nel cielo e, a sua volta, ne ha "creati" conferendo significati che potessero aiutarlo. I tarocchi sono uno dei tanti strumenti usati nella divinazione ma, da dove nascono?

I primi mazzi che conosciamo risalgono all'epoca medievale, tuttavia la vera origine dei tarocchi non è certa. Tra le teorie più accreditate vi è quella che li fa risalire all'Antico Egitto. I Libri di Thoth, una raccolta di manoscritti redatti dalla stessa divinità, riporterebbe infatti le 22 figure principali (oltre ad una serie di predizioni su eventi futuri e alla rivelazione dei misteri celesti). Giusto per condividere una curiosità a tal proposito, secondo alcune teorie, i testi sarebbero nascosti in una camera segreta al di sotto della Sfinge. Scopriamo brevemente qualcosa in merito.

Thot è il dio della sapienza, della luna, della scrittura, della magia, della misura del tempo, della matematica e della geometria; rappresentato con il capo di Ibis e, più raramente, con la testa di babbuino. Assimilato alla divinità greca Hermes nella figura leggendaria di Ermete Trismegisto, autore del Corpus Hermeticum, Thot avrebbe trasmesso agli uomini le antiche conoscenze. Una serie di papiri, infatti, conterrebbe incantesimi e procedure di iniziazione.

La tesi dell'origine egizia dei tarocchi, è avanzata da più di uno studioso tra i quali Court Gebelin che, nella seconda metà del '700, ipotizzò il loro arrivo a seguito delle migrazioni dal Nilo all'Europa. Sempre secondo Court Gebelin, i tarocchi sarebbero la chiave per aprire i sigilli dei geroglifici ieratici (forma di scrittura dell'Antico Egitto di uso quotidiano).

Saltando un po', più che altro perché rischierei di diventare alquanto noiosa e ripetitiva, arriviamo all'età contemporanea quando Aleister Crowley redige il suo Libro di Thot: un testo che aiuta nell'avvicinarsi alla filosofia e consapevolezza ermetica, nonché utile manuale per l'interpretazione del tarocco egizio. Associato a questo libro, se vogliamo, Crowley fece disegnare anche un mazzo da Lady Frieda Harris, illustrazioni fortemente evocative sotto il nome di Tarocchi di Thot.

Purtroppo siamo arrivati al termine di questo breve speciale, spero che vi sia piaciuto o, quanto meno, abbia stuzzicato la vostra curiosità. Vi lascio quindi alle prossime tappe del blogtour:


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